Giovane bruciato ad Acri, chiesta conferma condanna
Confermare la condanna a 18 anni di reclusione già inflitta all'imputato riconosciuto colpevole dell'omicidio di Fabrizio Greco, di 25 anni, bruciato vivo, ad Acri (Cosenza) il 28 marzo del 2009. Con questa richiesta si è conclusa la requisitoria del sostituto procuratore generale di Catanzaro, Raffaela Sforza, nell'ambito del giudizio di secondo grado a carico di Pasquale Gaccione, 21 anni, uno dei due imputati per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Dopo la discussione del pg - scrive l'Agi - la Corte d'assise d'appello ha rinviato il processo al 22 marzo per l'arringa del difensore di Gaccione, l'avvocato Nunzio Raimondi, e la sentenza. Il giudizio di primo grado per il 21enne si e' concluso davanti alla Corte d'assise di Cosenza il 28 luglio 2010 con la condanna a 18 anni.
Il secondo imputato per l'omicidio, il reo confesso Camillo De Maddis, è stato giudicato invece con rito abbreviato dal giudice dell'udienza preliminare di Cosenza Lucia Marletta che, il 19 febbraio del 2010, lo ha condannato a 30 anni di reclusione. La Corte d'assise d'appello di Catanzaro poi, il 19 aprile scorso, ha dimezzato la condanna di De Maddis riducendola dunque a 15 anni di reclusione, dopo aver riconosciuto al giovane le attenuanti generiche. De Maddis venne sottoposto a fermo di indiziato di delitto subito dopo l'omicidio di Acri assieme a Gaccione. Secondo l'accusa erano stati loro ad uccidere Greco, dopo una lite, cospargendolo di benzina e dandogli fuoco. De Maddis ammise subito la sua responsabilità, mentre Gaccione si è sempre difeso sostenendo di aver solo tentato di spegnere le fiamme che uccisero il 25enne, e che proprio per questo riportò ustioni al braccio destro.