Scuola di magistratura, Ferro: sentenza ingiusta, andremo avanti fino in fondo
“Una sentenza ingiusta, che per un semplice vizio di forma toglie a Catanzaro la Scuola Superiore di Magistratura, nonostante nel merito la giustizia amministrativa abbia già pienamente riconosciuto le nostre ragioni”. Così il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, ha commentato nel corso di una conferenza stampa, la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso dell’ente intermedio di Benevento. Per fornire tutti i necessari chiarimenti sugli aspetti tecnico-giuridici della vicenda (sintetizzati nella nota allegata), alla conferenza stampa hanno preso parte i legali che hanno patrocinato nei giudizi amministrativi la Provincia di Catanzaro – gli avvocati dell’Ente Federica Pallone e Roberta Chiarella e l’avvocato Francesco Scalzi – e il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, prof. Giuseppe Iannello, che ha patrocinato la Regione Calabria, oltre a molti rappresentanti delle associazioni cittadine. Alla conferenza erano stati invitati anche i legali del Comune di Catanzaro, gli avvocati Raffaele Mirigliani e Alfredo Gualtieri, assenti per altri impegni professionali.
“Per Catanzaro – ha detto Wanda Ferro - si tratta di un secondo scippo, dopo quello perpetrato dal ministro Mastella, che oggi esulta in maniera poco appropriata. Ritengo infatti che un ministro della Repubblica abbia ragione di esultare di fronte ad un risultato ottenuto nell’interesse dell’intero Paese, non del proprio collegio elettorale. Purtroppo quello di non sapere guardare all’interesse generale è uno dei mali della nostra politica. Certamente l’originaria decisione del ministro Castelli di istituire a Catanzaro al sede meridionale della Scuola di Magistratura non era dettata da ragioni campanilistiche o elettoralistiche, ma da un’attenta valutazione sulla posizione geografica della città, baricentrica rispetto all’intero Mezzogiorno, oltre che sulla sua antica e prestigiosa tradizione nelle attività forensi e sulla presenza di un’importante facoltà di Giurisprudenza”. “I nostri legali – ha detto ancora il presidente Ferro – ritengono che il Consiglio di Stato, nell’accogliere il ricorso della Provincia di Benevento per un difetto di notifica all’ente nel ricorso del 2006 sia incorso in un errore di fatto, che legittima l’ipotesi di un ricorso per revocazione. Come ha infatti già riconosciuto il Tar del Lazio, la notifica del ricorso è avvenuta nei termini, appena è stato possibile conoscere, in udienza, il contenuto del provvedimento ministeriale. Al momento di presentare il ricorso, era a tutti sconosciuto il testo del provvedimento, mentre le dichiarazioni dell’allora ministro Mastella indicavano chiaramente la nuova localizzazione della Scuola nella città di Benevento. Per questo i legali del Comune di Catanzaro hanno notificato il loro ricorso al Comune di Benevento e non all’ente intermedio, e così hanno fatto anche gli avvocati di Regione e Provincia”.
“Andremo avanti fino in fondo – ha proseguito Wanda Ferro - per difendere un’istanza che non è di destra o di sinistra, ma appartiene all’intera collettività calabrese. I catanzaresi, che attraverso autorevoli e brillanti professionalità hanno portato avanti questa battaglia, non si fermeranno. Soprattutto non si può consentire che, sulla pelle di queste professionalità, si cerchi di utilizzare la vicenda come argomento da campagna elettorale, cercando di scaricare inesistenti responsabilità. La Provincia di Catanzaro ha fatto tutti i passi che doveva: sul piano giudiziario, unendosi con la Regione Calabria al primo ricorso, quello del Comune di Catanzaro, per poi trovarsi unico soggetto in causa, quindi resistendo davanti al Consiglio di Stato. Sul piano politico, rivolgendosi a tutti i ministri che si sono succeduti nei governi di centrodestra e di centrosinistra, fino al governo Monti ed al sottosegretario Catricalà. Nei prossimi giorni incontrerò il ministro della Giustizia Paola Severino, ma auspico di avere in questa battaglia il sostegno dell’intera classe dirigente calabrese, senza divisioni di campanile o di appartenenza politica. Perché la nostra mancanza di coesione ha forse consentito ai vari governi di non assumere una decisione chiara, nella speranza di non scontentare nessuno. Ritengo infatti che la soluzione a questa intricata vicenda debba essere politica. Ma soprattutto andrà scongiurato un rischio concreto: quello che né Catanzaro né Benevento avranno la Scuola di Magistratura, se come è vero si pensa di istituire un’unica sede a Bergamo”.