Giusy Regalino (MpC) su sentenza Milano
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Giusy Regalino capogruppo consiliare di Manifesto per Crotone sulla sentenza del tribunale di Milano
Ancora una volta dopo la sentenza del tribunale di Milano che ha respinto il ricorso della regione Calabria e ha chiuso il processo civile esprimendo un parere negativo sulla richiesta di risarcimento nei confronti della Syndial per il danno ambientale causato dall’ex Pertusola, ancora una volta la dignità dei cittadini viene calpestata e la situazione ci mette davanti ad un vero dramma. Infatti in questi ultimi giorni sono morti tantissimi cittadini tutti per tumore o ai polmoni o allo stomaco. Vi e’ ormai un continuo e costante rifiuto dei diritti dei crotonesi ed in particolare non viene riconosciuto il diritto alla salute. Il tribunale di Milano ha condannato Syndial a pagare 56 milioni di euro al ministero dell’ambiente, e non ha riconosciuto alcun risarcimento alla Regione Calabria. Credo che di fronte ad una sentenza così difficile da ingoiare, debba nascere la consapevolezza che Crotone rimane sempre mortificata e lontana dal diritto alla bonifica. Siamo di fronte ad una telenovelas, che ha come protagonista principale Eni e le sue società, e dall’altro un territorio che ancora oggi a distanza di tanto troppo tempo non riesce ad ottenere giustizia.
Non credo che di fronte ad una notizia come questa si possa stare in silenzio, né tantomeno è pensabile che basti informare i cittadini che sarà fatto appello per rivendicare i diritti di questa terra e dunque far trascorrere anni e ani per ottenere sempre la stessa risposta. Certo ora bisognerà capire cosa fare per ottenere dal ministero all’ambiente il riconoscimento del danno ambientale e quanto dei 56 milioni di euro potranno essere destinati alla bonifica di Crotone, al risarcimento dei cittadini che vivono in una città da risanare, una città che dovrebbe essere restituita senza più problemi mentre invece si continua a tenerla nelle condizioni di inquinamento e con il conseguente ritorno di un tasso elevato di morti per tumore e di famiglie che si ritrovano a fare l’esperienza del dolore per il decesso dei propri cari. Dobbiamo cominciare a cambiare atteggiamento verso la città e i problemi connessi alla bonifica. Bisogna avere il coraggio di difendere gli interessi collettivi. Occorre invitare i cittadini a sostenere azioni di protesta che vadano nella ferma decisione che non c’è più tempo da perdere, e non è più possibile attendere i tempi di questa politica che non porta a nulla di conclusivo. Mi dispiace, ma veramente, tanto, perché Crotone non è più nelle condizioni di sopportare un sorte così negativa, un destino così amaro, un futuro incerto, in particolare non può subire otre al danno la beffa.
Mi domando come sia possibile che dopo anni e anni di incontri con i vertici dell’Eni, dopo conferenze di servizio e incontri di ogni genere, si possa ancora oggi adottare uno stile politico che rimane senza esito. Questo è il fallimento della politica, per ogni ordine e grado, è il fallimento dovuto ad un mancato progetto di sviluppo e di bonifica per una terra martoriata dalla disoccupazione, dai danni ambientali e alla salute, all’emigrazione che è ripresa senza sosta. Tutto questo merita una analisi che parta dal basso, che veda i cittadini protagonisti di una forma di democrazia partecipativa che sblocchi quest’inerzia e questo oblio del potere che costantemente tiene lontano dalla nostra città ogni forma di rispetto della dignità sociale. Bisogna far sentire la voce di Crotone, bisogna avere il coraggio di smetterla con la solita ed inutile passerella, Crotone vuole risposte, le famiglie crotonesi vogliono sapere se la bonifica è un progetto su cui contare o se è un optional legato a questo o quel politico di turno che come al solito guarda alla cosa pubblica come se fosse un bene privato e si ammassano problemi su problemi lasciando i cittadini in una grave situazione di difficoltà.
Diciamo basta con convinzione, facciamo che si comprenda che Crotone ha atteso per troppo tempo di veder risolti i problemi. Facciamo in modo che la trattativa con l’Eni sia fatta nel nome e nel rispetto della dignità crotonese, lasciando da parte tutte quelle situazioni di scarsa autorevolezza, che porta ad essere considerati il nulla. Bisogna muoversi in fretta, bisogna che la città insieme alle istituzioni sia consapevole della necessità di non voler più subire arroganze, e in particolare di non essere un popolo suddito di alcuno. Bisogna difendere gli interessi crotonesi sapendo che proprio da qui si può ripartire. Oggi c’è bisogno di una vera e propria rivoluzione. Non remiamo contro Crotone, è ormai impossibile accettare ulteriori sconfitte, Crotone deve tornare ad essere una città rispettata, che nel recuperare la dignità sa difendere i propri interessi.
La sentenza di Milano chiude un altro capitolo negativo, non accettiamo passivamente tutto questo, perché è un declino inopportuno per una terra dalle risorse inespresse. Dobbiamo puntare il dito nei confronti dei responsabili di tanta ambiguità e fare un’azione forte per dichiarare chiaramente che Crotone non ci sta e le sue istituzioni non possono accettare una sconfitta così sonora.