Usura ed estorsione, un arresto nel cosentino
I Finanzieri della Compagnia di Cosenza, che nell’ambito di un’articolata attività investigativa avviata nell’ottobre del 2009 su delega della locale Procura della Repubblica, avevano segnalato alla menzionata Autorità Giudiziaria, 6 persone per i reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito, hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Daniele Dodaro, 39 anni di Cosenza per il quale il PM titolare del fascicolo aveva richiesto al GIP l'applicazione della misura personale della custodia cautelare in carcere sulla scorta di elementi riconducibili alla sua pericolosità, richiesta che, nelle prime fasi dell’indagine, era stata rigettata dal Giudice per le Indagini Preliminari.
La personalità del Dodaro e l’adozione da parte di quest’ultimo di ben collaudate tecniche vessatorie nei confronti delle vittime avevano indotto la Procura della Repubblica cosentina a non allinearsi alla decisione del G.I.P. e, nel gioco della normale dialettica processuale, ad insistere nel ritenere sussistenti le originarie ragioni che imponevano di applicare la misura cautelare personale. Ne è seguita la predisposizione di un puntuale ricorso in Cassazione, deciso a favore della pubblica accusa con l’accoglimento delle ragioni del Pubblico Ministero, dott. Cozzolino, e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Daniele Dodaro, misura eseguita dai finanzieri della Compagnia di Cosenza.
L’attività d’indagine condotta dalle Fiamme Gialle, corroborata da attività tecniche ed avvalorate da corposa documentazione bancaria acquisita, ha permesso di portare alla luce numerose azioni delittuose e vessatorie praticate dal Dodaro nei confronti di diverse vittime e consistite nella concessione di prestiti in denaro per la cui restituzione, ottenuta anche con l’uso della violenza, erano applicati interessi variabili dal 100 al 240% annui.
Un importante contributo al buon esito dell’attività investigativa è stato fornito dalle vittime che con le loro dichiarazioni hanno contribuito a disvelare l’attività illecita condotta dal Dodaro e dagli altri soggetti segnalati all’Autorità Giudiziaria. E’ un altro “mattone” del muro di omertà e silenzio che viene giù come, peraltro, auspicato dal Procuratore Aggiunto di Cosenza, Dott. Airoma in occasione di analoga attività svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza in materia di usura a conferma, del resto, dell’assunto che quando la collaborazione delle vittime diviene fattiva, la reazione dello Stato è quanto mai efficace. In tale ottica l’arresto operato in questi giorni rappresenta una concreta risposta delle Istituzioni per il contrasto al gravissimo fenomeno dell’usura la cui incidenza, in questa fase di marcata crisi economica che interessa le famiglie e non risparmia le imprese, è particolarmente avvertita.