Convegno su la Provincia di Cosenza, ente da rilanciare
Dalla Provincia di Cosenza una nuova iniziativa che riporta alla giusta evidenza il fondamentale ruolo delle più antiche istituzioni locali italiane, le Province , oggetto di un processo di riforma che si sta rivelando difficilmente attuabile.
L’occasione, nel Convegno “La Provincia. Un ente da rilanciare per lo sviluppo del territorio e per una razionale ed efficiente organizzazione dei servizi” organizzato dall’Amministrazione guidata dal presidente Mario Oliverio che ha contato la partecipazione del presidente della Provincia della Provincia di Firenze Andrea Barducci; del presidente del Consiglio Provinciale Orlandino Greco chiamato a presiedere i lavori; dell’assessore al Bilancio Antonio Graziano, che ha introdotto al tema in discussione, approfondito negli interventi di Antonio Molinari, Direttore Generale della Provincia di Cosenza; Stefano Pozzoli, Esperto in materia di Enti Locali della Corte dei Conti; Gianni Trovati, Giornalista de “ Il Sole 24 Ore” e Giorgio Sganga, Segretario del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
Un approfondito e qualificato focus nel quale più volte è stato messo in evidenza come le norme approvate dal Parlamento non solo non consentono risparmi nella spesa pubblica, ma producono notevoli costi aggiuntivi per quest’ultima, confusione nel sistema delle autonomie, ripercussioni sullo sviluppo, provocando il blocco degli investimenti per le Province.
Enti - è stato ricordato- di vasta scala territoriale, il cui ruolo, non a caso, è riconosciuto dalla Carta Costituzionale e che svolgono una funzione fondamentale per la programmazione, l’organizzazione e la gestione dei servizi sovracomunali, le acque, i rifiuti, i trasporti, la viabilità, la pianificazione territoriale, il coordinamento dello sviluppo locale, l’istruzione, l’edilizia scolastica delle scuole superiori, i servizi per l’impiego, i servizi per la formazione, la tutela ambientale.
Enti che rappresentano l’1,35% della spesa pubblica complessiva. Da qui, la necessità di far chiarezza presso l’opinione pubblica ed ancor più di puntare su una razionalizzazione del sistema istituzionale intermedio all’interno di un complessivo progetto di riforma della Pubblica Amministrazione. Ripartendo anche- è stato indicato- dalla nuova Carta delle Autonomie che è da anni all’esame parlamentare.
“Le Province- ha messo in evidenza il presidente Mario Oliverio- hanno la funzione di rappresentare territori di vasta scala portandone a sintesi i bisogni e le esigenze. Non possono essere sacrificate anche perché l’incidenza dei costi per il loro funzionamento nella macchina della pubblica amministrazione è assolutamente irrisoria, pari all’1,35%. Le Province debbono essere invece rilanciate, in un progetto complessivo di riordino della Pubblica Amministrazione nell’ambito del quale ognuno deve sapere cosa fare. Ciò, per evitare l’affastellamento di funzioni che spesso ha determinato confusione oltre che inefficienza.”
“ Molto importante- ha comunicato Oliverio - è una proposta avanzata dall’UPI, che appare rispondente agli interessi del Paese e che se realizzata determinerebbe un risparmio di 5 miliardi di euro nel costo della Pubblica Amministrazione. Tale proposta si muove in direzione della riorganizzazione complessiva della pubblica amministrazione stessa, al fine di alleggerirne il peso e tagliare la pletora di enti nei quali si annidano sacche di parassitismo, di inefficienza e di sprechi.”
“ Le Province, così come più complessivamente il sistema delle autonomie locali- ha proseguito il presidente della Provincia di Cosenza - possono essere un pilastro per contribuire alla ripresa. E’ un errore comprimere le loro potenzialità, a partire dalla leva degli investimenti. Nelle nuove misure adottate dal Governo, i vincoli alla finanza locale determinano una compressione che, inevitabilmente, contribuirà ad accentuare la fase recessiva. C’è bisogno, al contrario, di far esprimere le energie, naturalmente comprimendo laddove c’è da comprimere sul versante della spesa corrente, ma aprendo spazi sul versante degli investimenti. ”
“In questi mesi, attraverso l’iniziativa delle Province e dell’UPI- ha infine precisato- si è fatta spazio una informazione più corretta che ha consentito di arginare la confusione e la disinformazione sulla quale è stata costruita una campagna che ha fatto delle Province l’agnello sacrificale di una montante ondata demagogica che ha teso a demonizzare l’impegno pubblico ad ogni livello. La iniziale proposta di abolizione delle Province è oggi rientrata e tutto è stato ridotto all’abolizione della elezione diretta dei suoi organi di governo da parte dei cittadini. E’ questo un grave errore che bisognerebbe correggere perché le nuove Province non siano ridotte a terreno di spartizione partitocratica, facendo rientrare dalla porta di servizio ciò che a parole si dichiara di cacciare da quella principale.”
“La Provincia- ha quindi affermato Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze- svolge una funzione importante sul versante dell’area vasta, per gestire competenze complicate che non sono risolvibili nell’ambito della municipalità e, di contro, non trovano nella Regione un punto di riferimento efficace. Senza dubbio l’ente Provincia per come noi oggi lo conosciamo va riorganizzato, a livello nazionale se ne contano centotto, un numero sicuramente eccessivo che va diminuito. Così come occorre mettere mano sui Comuni: gli ottomila attualmente in vita sono troppi. Pertanto, chiediamo al Governo di avere più coraggio, rispetto a quello che ha dimostrato fino ad ora, mettendo in campo una riorganizzazione di tutta la filiera istituzionale. Noi cercheremo di lavorare sul legislatore, affinché i parlamentari facciano il loro dovere e modificano i provvedimenti del Governo in sede parlamentare. Al tempo stesso chiediamo di far chiarezza verso l’opinione pubblica, perché il Premier Monti nella sua prima uscita televisiva disse “ho abolito le Province”, ma non è assolutamente così, non è stata cancellata neanche una. L’unica cosa che si è abolita è il diritto degli elettori di eleggere i propri rappresentanti. Così non va, c’è bisogno di una marcia diversa e noi daremo il nostro contributo”.