Abusi su 12enne, Marziale: “chi sa e tace non è degno di considerarsi civile”

Calabria Attualità

“Sarebbe davvero bello se le tesi dei due fratelli di Locri a sostegno del padre, accusato di avere abusato della figlia dodicenne, fossero vere e le ipotesi di reato formulate dalla Guardia di Finanza risultassero campate in aria. Ma, giacché gli inquirenti hanno agito dopo avere debitamente monitorato la situazione, non rimane che consigliare ai due ragazzi un esame di coscienza”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia. “Il male subito da una bambina peserà per tutta la vita nella sua psiche, condizionandone lo sviluppo e il senso di fiducia negli altri, basilare per un corretto processo di socializzazione. Ecco perché – spiega il sociologo – la violenza sui minori è da considerarsi crimine contro l’umanità debole e indifesa, così come la copertura di chi abusa. Difendere una persona anche davanti a prove schiaccianti significa violentare ulteriormente la vittima, che invece ha bisogno di solidarietà e sostegno, per superare più agevolmente un trauma così forte”.

Per il presidente dell’Osservatorio: “I fratelli della bambina superino ogni forma di orgoglio e non abbiano paura di tendere la mano alla sorellina, che mai come oggi ha bisogno di loro, della loro verità. Un gesto che assumerebbe anche connotazioni etiche, oltre che di approvazione sociale, giacché fu Gesù, del quale celebriamo in queste ore l’estremo sacrificio, a condannare duramente e senza appello chiunque scandalizzi i piccolini, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare (Marco 9,42)”. Marziale conclude: “Il fenomeno degli abusi sui minori è molto più vasto di quanto si pensi e proprio l’omertà di chi sa e tace contribuisce ad alimentarlo. Questo atteggiamento non è meno criminoso dell’atto in se, ecco perché è necessario che tutti indistintamente si sentano impegnati in prima persona a diffondere la cultura del rispetto dovuto ai bambini e non abbiano paura di niente e nessuno. Chi sa e non denuncia non è degno di considerarsi civile”.


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