Confartigianato Crotone: l’uscita da questa crisi è ancora lontana

Crotone Attualità

Nuova indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Crotone che, con una serie di domande dirette e on-line come sotto elencate, ha voluto capire come la pensano i propri associati sull’attuale crisi che sta prostrando tutto il tessuto economico delle PMI calabresi. 1) Secondo voi l’uscita da questa crisi è prossima? 2) Come il governo potrebbe aiutare le imprese? 3) Come giudicate l’attuale sistema bancario?

Secondo voi l’uscita da questa crisi è prossima? le opzioni di risposta a questa domanda erano un si o un no, l’85% delle persone ha risposto no, sintomo questo di un grande momento di confusione e sfiducia in tutti settori, nessuno escluso. L’indagine ha evidenziato, e di questo gli intervistati né sono convintissimi, che siamo di fronte ad una grande depressione. Nella storia dello sviluppo economico moderno vi sono stati altri periodi di grandi depressioni, la bolla asiatica, il collasso finanziario della Russia o quello della new economy, solo per citare i casi più eclatanti, ma l’attuale crisi economica, iniziata nel 2008 con lo scoppio dell’ennesima bolla finanziaria, non è affatto un periodo solo difficile come capita ciclicamente ma, affermano quasi all’unisono tutti gli intervistati, siamo in un momento difficile che potrà essere travolgente. La crisi che stiamo vivendo appare diversa e moltissimi sono convinti addirittura che da questa crisi sarà molto difficile uscirne almeno in tempi brevi. Ipotizzano che con essa dovremo limitarci a convivere, cercando di individuare iniziative e progetti per risanare o riformare le situazioni di criticità che via via si presenteranno. In sintesi un tessuto produttivo che sta perdendo di fatto anche le speranze di risalire la china.

Come il Governo potrebbe aiutare le imprese? le opzioni di risposta a questa domanda erano a) Minore tassazione al 30% b) Incentivare una maggiore accessibilità al credito 50% c) Maggiori liberalizzazioni 5% d) Diminuire la burocrazia e) 6% Maggiori incentivi sulle assunzioni e sullo sviluppo 9% f) Non so 1%. Pertanto per quanto sia indubbiamente un punto di forza per il Paese, il sistema delle piccole e medie imprese è messo seriamente a rischio da una serie di «nemici» che ne minano la sopravvivenza con il loro operato. Paradossalmente, bisogna “combattere” con un sistema finanziario particolare che ha vissuto e prosperato per anni sul nostro modello economico e che oggi dovrebbe sostenere attivamente il sistema delle PMI, purtroppo registriamo solo un “ si salvi chi può”.

Come giudicate l’attuale sistema bancario? opzioni di risposta a questa domanda erano a) Ottimo b) 2 % Sufficiente 8% c) Scarso d) 80% Invariato 3 e) Non so 7%. Gli intervistati hanno in sintesi dichiarato che le banche hanno molte colpe, tra le maggiori quelle di non essere in un regime concorrenziale, di essere praticamente in mano pubblica tramite le fondazioni bancarie, non abbastanza innovatrici e di non finanziare ormai alcun progetto a prescindere. Tutti ritengono che le banche si sono chiusi nel loro mondo, avulsi da tutto il sistema produttivo che si ritrova da solo a combattere in questo brutto periodo.

Con le nostre indagini, molto sommessamente, vogliamo – scrive Salvatore Lucà - Confartigianato Imprese Crotone - monitorare questa situazione a dir poco preoccupante ed informare e sollecitare tutte le Istituzioni su come si evolve la situazione si può dire quotidianamente. Questo momento storico verrà ricordato forse come quello dello spread che ha messo in ginocchio tutti, nel mentre assistiamo giornalmente a scene di disperazione che pensavamo non potessero mai accadere. Abbiamo il dovere di ridisegnare un nuovo modello di sviluppo sui diritti e sulla qualità sociale, un nuovo welfare fondato sulla giustizia e sull'eguaglianza, su una politica di concreta solidarietà e di cooperazione per arginare l'impoverimento generale e la perdita esponenziale di posti di lavoro. Se non si difende concretamente il potere d'acquisto delle famiglie e non si attivano vere politiche di sviluppo e di aiuto all’economia reale la situazione potrebbe precipitare irrimediabilmente stravolgendo di fatto la vita di tutti, ricchi, meno ricchi, indigenti e chi più ne ha più ne metta! Ognuno ha l’obbligo di fare la propria parte, il tempo delle parole e dei proclami è finito, i nostri “capitani coraggiosi”, questi piccoli imprenditori tante volte vituperati, se supportati adeguatamente possono salvare il Paese.