Fli su rigassificatore di Gioia Tauro
"La recente autorizzazione ministeriale per la realizzazione del rigassificatore di Gioia Tauro ha continuato un acceso dibattito sulla opportunità della sua collocazione nella città della piana sia a livello politico che tra la gente dei paesi coinvolti. - Comunica una nota del Fli di Reggio Calabria - Un’analisi obiettiva che prenda in esame tutti i fattori che hanno portato a questa determinazione non può prescindere dal fatto che ,a causa dei problemi energetici italiani, l’utilizzo di gas naturale per la produzione di energia elettrica è stata una scelta obbligata dovendo sostituire quella prodotta con il nucleare e essendo questo combustibile quello a minor impatto ambientale se si esclude l’energia prodotta tramite fotovoltaico e solare.
Per questo motivo, a livello governativo, si è proceduto alla individuazione di siti dove realizzare gli impianti di rigassificazione che trasformano il gas liquefatto nel luogo di produzione, permettendo di immetterlo nella rete dei metanodotti in forma gassosa.
Il rifornimento tramite nave di gas naturale viene incontro alle esigenze di un approvvigionamento che sia indipendente dal Paese produttore e quindi non condizionato soprattutto dai costosi metanodotti russi ed algerini.
Ma su tutti i siti prescelti è nata la preoccupazione sul grado di pericolosità del rigassificatore che, essendo costituito da alcuni serbatoi contenenti GNL liquido, potrebbe essere soggetto ad esplosioni, a causa d’incidenti casuali , azioni terroristiche o catastrofi naturali ,le cui conseguenze avrebbero una portata devastante. - Continua la nota - Appare evidente,e del resto rimarcato dal presidente Fini, che questi timori e questo modo di pensare, porterebbero a perdere notevoli finanziamenti in un settore altamente strategico per l’Italia, perché se le popolazioni di ogni sito si oppongono alla realizzare dei rigassificatori,come è avvenuto a Brindisi,l’interresse particolare prevarrebbe sull’interesse pubblico.
Bisogna rimarcare che il rigassificatore di Gioia Tauro,oltre a procurare un indotto occupazionale diretto per la costruzione e l’esercizio dell’impianto permetterà, parallelamente, la realizzazione della cosiddetta “piastra del freddo" utilissima per le iniziative legate alla conservazione dei prodotti alimentari.
Si ricaverebbero nuovi posti di lavoro che contribuirebbero al superamento della crisi occupazionale di un territorio caratterizzato da una disoccupazione cronica.
In linea di principio, per tutti i motivi esposti e per le necessità strategiche del Paese, il coordinamento provinciale di FLI assume un atteggiamento favorevole all’insediamento del rigassificatore a Gioia Tauro, pur manifestando delle perplessità sul progetto attuale, che vede la collocazione a terra dei serbatoi e in vicinanza di centri abitati.
In tal senso il coordinamento provinciale di FLI propone agli organi competenti di voler prendere in considerazione la possibilità di una modifica del progetto iniziale e di realizzare un impianto che utilizzi una tecnologia del tipo off-shore che, pur essendo più costosa, permette il trasbordo e la rigassificazione del gas a diversi chilometri dalla costa, cosa che verrebbe incontro alle necessità di sicurezza delle popolazioni locali. - Conclude la nota - Invitiamo,pertanto, gli amministratori dei paesi della piana interessati anziché stare a discutere sulla opportunità della realizzazione dell’impianto, cosa che oltretutto appare decisa, concentrino i loro sforzi sulla sua sicurezza e,non ultimo, sulla richiesta di congrue compensazioni per i disagi arrecati alle popolazioni , come per esempio la fornitura per imprese e famiglie di gas metano a prezzo agevolato."