Ex assessore comune Catanzaro condannata per concussione
Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha condannato a due anni e dieci mesi di reclusione, con l'interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena Caterina Laria, ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro, accusata di concussione tentata e consumata. I giudici hanno emesso la propria sentenza questa mattina, dopo che venerdì il pubblico ministero, Gerardo Dominijanni, ha concluso la propria requisitoria chiedendo per l'imputata una condanna a sei anni di reclusione. Di segno opposto la richiesta del difensore della Laria, l'avvocato Giancarlo Pittelli, che ora attenderà il deposito delle motivazioni della sentenza per proporre appello chiedendone la fissazione con urgenza.
In attesa di ciò la condanna non sarà esecutiva, e dunque la pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici non comprometterà in alcun modo la corsa di Laria alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale di Catanzaro. Laria è stata rinviata a giudizio il 9 febbraio 2011 dopo essere finita sotto inchiesta per presunte pressioni che, secondo l'accusa, avrebbe fatto per l'approvazione del progetto di una fondazione del capoluogo di regione in cambio dell'impiego di persone appositamente segnalate. Si tratta dell'unica contestazione rimasta in piedi, considerato il tempo trascorso da quando una denuncia a suo carico fece partire le indagini.
Era il 2004 quando un esposto fece aprire il caso, nell'ambito del quale parte offesa e' la fondazione "Citta' solidale onlus" - non è comunque costituita parte civile -, presieduta da padre Piero Puglisi, in base alla tesi accusatoria secondo la quale quest'ultimo avrebbe ricevuto da Laria l'impegno per l'approvazione di un progetto presentato dall'ente se in cambio avesse accettato di impiegare nell'esecuzione alcune persone da lei segnalate. Una circostanza, quest'ultima, che l'imputata ha specificamente contestato in aula, spiegando di aver incontrato i protagonisti di tutta la vicenda, ma di non aver mai fatto alcuna pressione ponendo proprie condizioni per l'approvazione del progetto.