Sindaco e vescovo Catanzaro a giudizio per falsa testimonianza
Saranno giudicati con rito immediato il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e il vescovo emerito Antonio Ciliberti, chiamati a rispondere dell'ipotesi di aver reso false dichiarazioni al pubblico ministero nell'ambito del procedimento penale a carico di Caterina Laria, ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro, accusata di concussione tentata e consumata e condannata due anni e dieci mesi di reclusione il 24 aprile scorso. Dopo che la Procura di Catanzaro ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, - scrive l'Agi - i legali degli imputati (gli avvocati Enzo Ioppoli, Amedeo Bianco, Giancarlo Pittelli) hanno chiesto il rito immediato, in modo da poter concludere il processo nella maniera più rapida possibile, ed oggi il giudice Livio Sabatini, davanti al quale avrebbe dovuto tenersi l'udienza preliminare, ha fissato per il prossimo 12 aprile l'inizio del giudizio.
L'ex assessore Laria finì sotto inchiesta per presunte pressioni che, secondo l'accusa di cui è stata ritenuta colpevole in primo grado, avrebbe fatto per l'approvazione del progetto di una fondazione del capoluogo di regione in cambio dell'impiego di persone appositamente segnalate. Il sostituto procuratore Gerardo Dominijanni, titolare del caso, sentì in proposito sia Abramo che Ciliberti, che hanno deposto anche nel corso del processo all'ex assessore. Il prelato ha spiegato di aver avuto un incontro con padre Puglisi - alla guida della fondazione "Città solidale onlus" che non si era aggiudicata la relativa gara - a proposito del progetto oggetto dell'inchiesta, ma di non ricordarne i precisi termini, dal momento che si trattava di una segnalazione risalente a circa sei anni prima quando lui, peraltro, era da poco arrivato a Catanzaro (l'insediamento di Ciliberti è avvenuto nel corso del 2003).
Abramo, sindaco anche all'epoca dei fatti contestati alla Laria, ha riferito di un incontro con padre Puglisi nel quale questi espresse preoccupazione per la medesima gara, e di aver parlato a sua volta con il dirigente di settore pregandolo di prestare la massima attenzione all'espletamento delle procedure, che sarebbero state correttamente seguite tanto che, nonostante la gara venne poi impugnata, il Tar diede ragione all'Amministrazione comunale. Secondo il pm, però, i due avrebbero mentito e di questo dovranno rispondere al processo.