Porto Crotone: operatori, è arrivato il momento di cambiare rotta!
Da circa venticinque anni, ovvero da quando si concretizzò la definitiva dismissione delle grandi fabbriche, il Porto di Crotone ha subito un pesantissimo e devastante calo di movimentazione, produttività e d’immagine. A garantire realmente e “caparbiamente” la sopravvivenza di questa grande e millenaria infrastruttura sono state le decine di piccole e medie imprese, “vecchie e nuove”, le centinaia di dipendenti e impiegati, che faticosamente, con tenacia, superando grandissime difficoltà economiche e organizzative, sono riusciti non solo a mantenere miracolosamente in vita il misero residuo di fama un tempo più che gloriosa ma anche a consolidare le competenze generate in secoli di marineria e spesso tramandate da padre in figlio. - Lo scrive in una nota stampa, in nome del comitato operatori portuali, Marco Tricoli - Nonostante questo contesto sfavorevole negli ultimi decenni si è riusciti ad avere comunque utenze straniere e ospiti internazionali. Sfruttando la fortunata posizione geografica prospiciente nel Mediterraneo, che fa del Porto di Crotone un fondamentale approdo lungo le rotte di navigazione, e grazie all’apprezzata disponibile ospitalità degli operatori portuali, molte imbarcazioni sono ritornate di anno in anno pur consapevoli dell’imbarazzante condizione in cui versa la città e il suo porto, con le evidenti e molteplici carenze per una normale e decorosa accoglienza turistica.
Con questa consapevolezza e ritrovato entusiasmo il Ventuno e il Ventotto Aprile tutte le categorie che operano nell’ambito portuale hanno ritenuto opportuno iniziare ad incontrarsi sotto forma di comitato per discutere le possibili nuove traiettorie di sviluppo e soprattutto confrontarsi sul tanto atteso Piano Regolatore Portuale, che oggi, grazie alla Autorità Portuale e alle Pubbliche Istituzioni, sembra essere di imminente redazione, dopo oltre venti anni di “chiacchiere”. Gli operatori portuali vogliono essere pronti a dare il loro contributo di esperienza e conoscenza alla stesura del progetto definitivo ed evitare che possano essere fatte dagli Enti scelte non condivise o poco funzionali per coloro che saranno comunque i primi utilizzatori di quello che potrà essere il volano fondamentale per il futuro rilancio dello sviluppo economico ed occupazionale del territorio, ovvero l’infrastruttura portuale crotonese.
Dai confronti tra gli imprenditori sono emerse le seguenti osservazioni:
a) ben venga finalmente lo sviluppo dell’infrastruttura portuale purché siano salvaguardate le attività esistenti e che le Autorità decidano creando concertazione con le maestranze locali;
b) forte coinvolgimento unitario per non disperdere altre opportunità e competenze (volontà di essere considerati tutti parte attiva) in previsione di creare un unico “contenitore” dove organizzare insieme tutte le categorie al fine di supportare e collaborare con le pubbliche Autorità;
c) diffidenza, perplessità e parere sfavorevole riguardo al concetto di concessione unica;
d) sviluppo di una più logica e razionale destinazione d’uso dei bacini e delle banchine esistenti e di nuova costruzione seguendo orientativamente una logica partendo dalle banchine Nord (15) : commerciale > cantieristica > pesca maggiore > crocieristica > diportistica (pesca minore);
e) manifestazione di compatibilità delle attività di pescherie con la diportistica, anche quella turistica;
f) visione coordinata e progressiva degli interventi seguendo criteri di priorità, economicità e funzionalità;
g) fondamentale complementarietà del Porto con l’infrastruttura aeroportuale;
h) necessaria visione osmotica del Porto con la città;
i) attuale sottoutilizzo delle banchine destinate allo stoccaggio di merci e attrezzature;
j) previsione di destinazione flessibile di una singola banchina all’attività crocieristica e di trasporto.