Cosenza: Imu alla chiesa. Petrozza, perché non ai pensionati?

Cosenza Politica

“In queste settimane molti sindaci stanno chiedendo al Governo di rivedere l’IMU, la tassa che rappresenterà un vero e proprio salasso per le tantissime famiglie che già vivono in una condizione di difficoltà e di ristrettezza a causa della crisi. Questa tassa è una medicina amarissima, forse necessaria ma che, in quanto tale, va maneggiata con molto molto rispetto verso la cittadinanza e cioè impiegando le risorse - in particolare quelle che vengono lasciate nelle casse del comune - con parsimonia e a favore dell’interesse diffuso. Per questo suscita più di una domanda la scelta del Sindaco di Cosenza che ha intenzione di “restituire” alla Chiesa le quote che verseranno sotto forma di lavori di rifacimento di alcune delle sue strutture, dedicate al culto. – Lo scrive in una nota stampa Mario Petrozza esponente socialista cosentino - A parte il fatto che ormai ha quasi del comico la monotematicità del sindaco per quel che riguarda lavori e opere pubbliche, se applicassimo questo metro a chiunque, ciascun cittadino dovrebbe pretendere il medesimo trattamento, magari per il rifacimento della facciata del proprio stabile, o per avere un piccolo aiuto che gli consenta di arrivare alla fine del mese.

Prima ancora che da politico attivo, mi rivolgo al sindaco da giovane che conosce le condizioni di tanti miei coetanei costretti a barcamenarsi con situazioni di grave incertezza lavorativa o peggio ancora ad andare via per garantirsi un futuro per dire che questa scelta - con tutto il dovuto rispetto per la Chiesa, per il suo ruolo e per il suo essere punto di riferimento altissimo della nostra città - è una scelta di chi mostra di non avere quella sensibilità sociale che invece un primo cittadino dovrebbe sempre coltivare. In una situazione di grave crisi come quella che attanaglia la nostra città, ma più in generale la Regione ed il nostro Paese, credo che le poche risorse disponibili dovrebbero essere investite per garantire nuovi e vecchi servizi sociali, per creare situazioni di sviluppo o tutt’al più, per tenere in ordine i conti del Comune. Ma che si restituiscano i soldi di una tassa ad alcuni, quasi a voler ribadire che quella tassa non riguarda tutti ma solo una parte, è un atto fuori luogo, spia di una mancata comprensione della fase che viviamo, mentre altrove sono proprio i sindaci i principali interpreti delle preoccupazioni e delle difficoltà degli italiani”.


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