Arresti Vibo, Marziale: “famiglie, scuola e mass media responsabili”
“Oltre ai reati in se, è il numero di arruolati che deve indurre a riflessione”: è quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, rispetto all’arresto a Vibo Valentia di un ingente numero di giovanissimi che ispirandosi alla Banda della Magliana hanno commesso reati da qualche anno a questa parte.
Per Marziale: “Siamo al cospetto di una cooperativa del malaffare dai tratti cinematografici, che in qualche modo pone il sistema mediatico contemporaneo sul banco degli imputati. Davanti ad un numero quantitativamente esponenziale di fermati non si può far finta che i modelli televisivi non c’entrino nulla. D’altro canto sono gli stessi protagonisti ad avere ammesso davanti agli inquirenti che il loro modello di riferimento è Romanzo Criminale. Così come - incalza il sociologo - buona parte di responsabilità è da ricondursi ai videogiochi, che sempre più premiano coluro i quali riescono a commettere il numero più efferato di nefandezze. Gli adolescenti traggono più elementi cognitivi da queste dinamiche che dalle pappardelle teoriche somministrate a scuola”. Il presidente dell’Osservatorio chiosa: “Certo, quella dei media è solo una responsabilità limitata, che fa buona compagnia ad una società reale pervasa dal crimine organizzato. Tuttavia - conclude il sociologo - in testa alle responsabilità non possono che sedere le famiglie e la scuola. Un soggetto in età evolutiva è sempre un prodotto di chi ha il compito di socializzalo”.