Sede delle Belle Arti a Crotone, Lentini scrive alle Istituzioni
L’assessore alla cultura della Provincia di Crotone Giovanni Lentini ha inviato una lettera al governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, ai senatori e deputati regionali, a tutti i consiglieri, ai presidenti delle Province e sindaci informandoli di aver stipulato una convenzione con l’Accademia di belle arti di Reggio per la creazione a Crotone di una sede distaccata. A seguire, e integralmente, il testo della missiva di Lentini
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Illustrissimo Governatore della Calabria,
Illustrissimi senatori e deputati calabresi,
Illustrissimi consiglieri regionali calabresi,
Illustrissimi presidenti delle Province calabresi,
Illustrissimi consiglieri provinciali calabresi,
Illustrissimi sindaci calabresi,
Illustrissimi consiglieri comunali calabresi,
illustrissimi amministratori calabresi,
con la presente mi pregio farVi sapere che in data 14 maggio 2012 la Provincia di Crotone, nel pieno rispetto ed espletamento della sue prerogative istituzionali, ha sottoscritto con l'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria una convenzione per la nascita di una sede distaccata della stessa a Crotone. Per amore della verità, quella stessa verità che dovrebbe guidare noi tutti non solo nella nostra attività amministrativa e politica, ma nella vita, mi permetto di aggiungere che, com’era naturale che fosse, prima d’interpellare l'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, nel mese di aprile del 2011 ci siamo rivolti all'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che però, fino ad oggi, nonostante varie sollecitazioni, non ci ha degnati di una risposta, positiva o negativa che fosse. Ci ha ignorati, semplicemente ignorati, com’è nel costume di chi vive su posizioni acquisite non per meriti propri, ma per virtù ed opera dei santi in paradiso e di vari peccati da inferno garantito.
Dopo averla firmata, la convenzione, tramite l’ accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, è stata immediatamente notificata al Ministero, per la precisione al dr. Civello, direttore generale dell'Alta Formazione Artistica e Musicale, che, nei vari incontri preliminari, ancor prima della formale sottoscrizione, ci aveva suggerito alcune modifiche e correzioni, da noi puntualmente apportate.
Mi risulta che il dr. Civello, che non finiremo mai di ringraziare per la disponibilità e la cortesia usate nei nostri confronti, nelle settimane scorse abbia controfirmato positivamente la convenzione, così come ha fatto il dr. Liberali , capo dipartimento del Ministero. Seguendo il normale iter burocratico, la convenzione è arrivata sul tavolo del dr. Fiorentino, capo di gabinetto del ministro Profumo, e per conoscenza alla dr.ssa Bono, vice capo di gabinetto dello stesso ministro.
E' di pochi giorni fa la notizia, comunicatami dalla segreteria del vice capo di gabinetto, che la convenzione, da me ingenuamente ritenuta ormai realtà oggettiva, è stata rispedita alla direzione generale e dovrebbe essere nuovamente, uso il condizionale perché a questo punto tutto diventa aleatorio, nelle mani del dr. Civello per ulteriori e maggiori ragguagli ed approfondimenti (?), con ciò vanificando ed annullando mesi di fatiche, di lavoro e di estenuanti e snervanti attese dietro le porte ministeriali e, quel che è peggio, disattendendo i sogni, le speranze, le attese e le ambizioni di tanti giovani, e delle loro famiglie, del nostro territorio e dei territori limitrofi.
Senza voler fare dietrologia o polemiche speciose, Vi debbo altresì informare, ove Vi fosse sfuggito, che da una settimana è iniziata una “querelle”, da noi non voluta e non cercata, con l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, alla quale si sono aggregati, in maniera inopportuna ed inaspettata, tutti i rappresentanti istituzionali di quel territorio. A partire dal sindaco Abramo (al quale mi piace ricordare che da questo territorio, che oggi con le sue parole in libertà sta cercando di umiliare e offendere, l’imprenditore Abramo e la sua famiglia hanno avuto molto e che si tratta dello stesso territorio al quale sino ad oggi, a parole, ha sempre dichiarato vicinanza ed amicizia), per finire al presidente della Provincia di Catanzaro, Ferro (alla quale, nonostante questo increscioso e spiacevole incidente di percorso - e mi auguro davvero che sia solo un incidente di percorso - rinnovo la mia personale stima e il mio personale affetto, per averla nei mesi scorsi, anche pubblicamente, sempre apprezzata per il suo impegno e per l’intelligenza con cui amministra, dimostrando nei fatti che un'altra Calabria è possibile).
Per questo solo ora, e non prima, mi sono permesso di metterVi al corrente di quanto sopra, perchè solo ora a me pare, e di questo me ne dolgo, che la questione, da "tecnica ed amministrativa", sia divenuta "politica", finendo con l’apparire la classica guerra tra poveri, come solo noi calabresi, non tutti a dire il vero, sappiamo fare.
Ma ora è giunto il momento di dire basta a queste sceneggiate datate e degne dell’avanspettacolo del vecchio Ambra Jovinelli, in cui noi calabresi siamo costretti - ma da chi, se non da noi stessi? - a recitare una parte, la più sguaiata, la più cialtrona e la più volgare che ci possa essere sulla ribalta pubblica.
E’ giunta l’ora di mettere la parola fine all’improvvisazione e al pressapochismo, alla rassegnazione e all’apatia, ed è giunto il momento di scrivere un nuovo inizio della nostra storia millenaria, in cui l’orgoglio, la dignità e la sobrietà dovranno prendere il sopravvento ed essere il nostro vessillo.
In questo contesto, il territorio crotonese deve far sentire alta e forte la sua voce; del resto, è una voce dal sapore autorevolmente antico, la voce di un territorio dalle potenzialità straordinarie, capace, in tempi non lontani, di una rivoluzione eccezionale e sorprendente, che ha fatto parlare di Crotone come della Milano del Sud, in cui mirabilmente convivevano tradizione ed innovazione, passato e futuro. Noi, senza prosopopea e senza nostalgia, dobbiamo guardare a quel passato, all’ombra lunga di quel passato, che ci può indicare la strada da seguire per il nostro futuro, nella consapevolezza che se cresce il territorio della provincia di Crotone, cresce la Calabria, la nostra Calabria, la Calabria grande e amara. E se cresce la Calabria, può crescere il Sud d’Italia e con esso l’intero paese.
E’ il momento, perciò, di dire basta, da calabresi, ad una classe dirigente inetta ed incapace, inutile ed inefficiente, parassitaria e pasticciona, che per oltre cinquant’anni ha vissuto sulle nostre spalle e sulle spalle dei nostri padri e dei nostri nonni e che oggi vorrebbe continuare a vivere sulle spalle dei nostri figli, come se il tempo si fosse fermato. Come se, nel nostro caso, nel caso della provincia di Crotone, si fosse bloccato al 1992. Ancora non siamo stati annessi alla Provincia di Catanzaro, e pensiamo che da quelle parti debbano farsene una ragione della voglia di autonomia e di autogoverno di comunità territoriali, come la nostra, che non intendono delegare ad altri la gestione del loro futuro né farsi amministrare da chi è lontano dai loro bisogni e non ne conosce e rappresenta le ambizioni e i diritti.
Basta. Non è possibile far ritornare indietro le lancette della storia. Non è possibile ripristinare il “noc”, “nulla osta catanzarese”, senza il quale in Calabria non si fa e non si ottiene nulla. Non lo vogliamo e non lo accetteremo.
Non è possibile che si continui in questa operazione di macelleria sociale del territorio calabrese e crotonese in nome di interessi indicibili, indefinibili e soprattutto oscuri, che si continui a infierire su una popolazione già stremata dalla crisi, dalla disoccupazione, da disagi di ogni tipo. Lo Stato deve dare delle risposte, non può essere un contabile che deve chiudere un bilancio in pareggio pena il licenziamento. Perché in questo caso ad essere licenziati sarebbero solo i calabresi (almeno una buona parte) ed i crotonesi, dai loro diritti di cittadinanza. Non lo permetteremo. A nessuno. Fosse anche il sacro ed intoccabile custode ed interprete del Santo Spread. Costi quel che costi.
Lo tengano a mente tutti, amici ed avversari: noi, noi meridionali, noi calabresi, noi crotonesi, non siamo e non saremo secondi a nessuno. E non siamo disposti a farci calpestare.
Giovanni Lentini