Molino (Fli): “Fermiamo lo scempio che sta distruggendo il Pollino”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Giuseppe Molino (Fli) sugli incendi che stanno devastando il Parco del Pollino
"Fermiamo lo scempio che sta distruggendo le montagne del Parco Nazionale del Pollino. Pene esemplari e la centralizzazione militarizzata della mente logistica e operativa di intervento sono le misure da adottare al più presto.
È sotto gli occhi di tutti “l’assassinio” del nostro Parco Nazionale del Pollino. Attenzionato a più riprese dai mass-media nazionale e dagli organi d’Informazione e stampa regionale e locale, la distruzione di centinaia di ettari delle nostre montagne, dei pini loricati e di un ecosistema in pericolo, giunto in alcune zone ad un punto di non ritorno. Forse ritardi negli interventi, certamente mezzi inidonei e insufficienti a tutti coloro che oltre all’esperienza e alla buona volontà, e che si spendono senza tregua nello spegnimento, dalle associazioni di volontariato, agli addetti ai lavori, al CfS, alla Protezione civile, ai Comuni interessati, alla stessa macchina operativa del Parco Nazionale del Pollino nei vari aspetti, non si riesce ancora oggi a debellare l’incendio che sta violentando, sfigurando ed uccidendo un patrimonio boschivo ed un ecosistema unico ed inestimabile. Insomma quest’anno, nonostante gli sforzi nell’intervento, qualcosa non ha forse funzionato o ha funzionato male. Stiamo solo limitando i danni, ma lo tsunami di fuoco continua ad essere alimentato dal cambio di venti, e dai vari focolai che si vedevano divampare a varie distanza uno dall’altro.
Certamente attacchi che ricordano il 2007, dove anche questa volta, il dolo a nostro avviso è evidentissimo. Una cosa è certa, gli organi preposti ed inquirenti, vadano fino in fondo, non è possibile questa ciclicità nello scempio. E se certamente manovalanza nell’azione del dolo c’è, probabile che anche le menti perverse ci sono e vanno individuate, e assicurate alla Giustizia, con pene esemplari. Bisogna integrare le metodologie per evitare che ciò si ripeta. Una sinergica e molteplice azione che deve significare prevenzione e del Controllo. Prevenzione e Controllo termini propedeutici e vitali. Ad esempio l’attivazione delle vecchie e operative vedette con i punti di controllo per lanciare tramite l’avvistamento l’allarme, le convenzioni firmate per tempo dei vari organismi che devono intervenire sul terreno, l’attivazione ed il coinvolgimento delle associazione di volontariato, incentivando maggiormente la loro azione e munendoli di mezzi idonei, (bene ha fatto il Parco tramite il Presidente ad assegnare i nuovi mezzi); continuare ad investire nella prevenzione è l’unico modo per evitare quel che sta avvenendo.
È davvero un bollettino di guerra contando gli ettari andati in fumo e soprattutto ciò che è andato in fumo. Ma ai vecchi e operativi metodi, bisogna utilizzare anche telecamere, anche a infrarossi per la visione notturna, piccoli droni etc. Investimenti che servono propedeuticamente ad evitare le catastrofi che gli incendi causano, quelle ferite difficile da far cicatrizzare alla Natura. Ma a mio parere, l’atto forte che le Regioni dovrebbero adottare, è il bandire gare per la convenzione con i mezzi di spegnimento quali Canadair, elicotteri e la Protezione Civile, a patto che il sovrintendere dello spegnimento in aria passi anche operativamente all’Aeronautica Militare, e a terra oltre che con il CfS, con i Ministeri Interni e Difesa per l’intervento dei VV.FF. e dell’Esercito, oltre naturalmente delle esistenti Associazioni di Volontariato, Protezione Civile etc. Insomma Chiediamo che la mente Logistica e Operativa di intervento venga centralizzata tramite i soggetti militari indicati.
Serve interagire e migliorare ordini, comandi, logistica ed intervento evitando ritardi, disguidi e vuoti di competenza istituzionali di qualsiasi natura, non gravando economicamente solo sui comuni, le province e le regioni, col solo scopo della snellezza nell’intervento che deve essere immediato compatibilmente il più possibile tra l’allarme e l’intervento appunto. Evitando che l’intero ed inestimabile Patrimonio Naturale calabrese e nazionale vada in fumo. Certamente in questi frangenti, le colpe e le polemiche non giovano a nessuno, ma è il contributo di idee e di operatività o miglioramenti nell’azione che si devono perseguire, per evitare il ripetersi di questi disastri".