Lanciano (Cgil).Parco del Pollino: “colpito dagli incendi e distrutto da classe politica inetta”

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Silvano Lanciano, Cgil del Pollino, sugli incendi verificatisi nel parco

"Non servono i proclami o le accuse reciproche sulle responsabilità politiche tra i diversi livelli istituzionali locali e territoriali del governo democratico del territorio, a ridare vitalità e vigore a centinaia di ettari del patrimonio boschivo andato in fumo in una settimana di incendi dolosi, appiccati nel cuore del Parco, versante calabro, tra i comuni di Frascineto, Castrovillari, Morano e Mormanno, con una logica criminale distruttiva che ben si conosce in questa martoriata regione.

Non serve neanche invocare l’intervento dell’Esercito, dell’Aeronautica Militare e chissà chi altri per spegnere gli imponenti incendi che stanno, ancora oggi, inesorabilmente distruggendo un patrimonio naturalistico, ambientale e paesaggistico di inestimabile valore del Parco Nazionale del Pollino.

Per questi inaccettabili e deprecabili eventi, di incendi dolosi che colpiscono con strategia criminale l’area protetta, ci sono precise responsabilità di tutti i livelli istituzionali del governo democratico del territorio.

Incominciando dalle istituzioni più prossime: gli Enti Locali rappresentano il primo livello istituzionale più prossimo alla tutela del territorio, di cose, persone, flora e fauna; l’Amministrazione Provinciale, gli Enti regionali (AFOR, Consorzi di Bonifica, ecc.), la Regione Calabria il cui Presidente On. Giuseppe Scopelliti è riuscito in performance peggiori dei precedenti governi regionali Chiaravalloti e Loiero! È quanto dire.

Per cui ci siamo convinti che il territorio lo difendono e lo tutelano gli abitanti dello stesso, con buone pratiche di partecipazione civile, politica, democratica. Per ciò addebitiamo anche una specifica responsabilità a chi, istituzionalmente è preposto, per legge, alla tutela della flora e della fauna dell’area protetta.

Non si capisce per quale recondito motivo nel Parco Nazionale del Pollino non sia possibile, come nella generalità degli altri Parchi Nazionali ed europei, mettere in campo un Piano Antincendio Boschivo, previsto peraltro da apposita Legge dello Stato e dal Piano del Parco, per la prevenzione ed il controllo degli incendi boschivi. Affinchè siano opportunamente dislocati, nelle aree più sensibili, apposite vedette radiocollegate e sufficienti squadre di operai con mezzi agili che intervengono con immediatezza e sollecitudine a spegnere prontamente i focolai, evitando l’espansione degli incendi verso le vette e limitando sia i danni ambientali che economici attraverso poi l’utilizzo dei costosi interventi della flotta di Canadair.

In un’area protetta, a grave ritardo di sviluppo, possono e devono essere messe in campo politiche occupazionali idonee a promuovere lavoro e sviluppo in una prospettiva di tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico ed ambientale del Parco Nazionale del Pollino. In questa maniera può anche crescere positivamente il consenso delle popolazioni locali verso il Parco e la necessità ineludibile di custodire e tutelare, in maniera produttiva ed attiva, questo grande patrimonio naturale.

La riconversione del lavoro forestale da “lavoro assistito” a lavoro produttivo: altro che blocco del turn over dei lavoratori forestali. Promuovere, invece l’occupazione giovanile, anche stagionale, per la tutela e la manutenzione del territorio in chiave di tutela e salvaguardia degli habitat unici del Pollino. Utilizzare le risorse europee per fare buona occupazione, al servizio della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico del territorio. Ripudiare le politiche assistenziali dei sussidi fine a se stessi, degli ammortizzatori sociali di lunga durata, delle misere indennità assolutamente insufficienti per vivere dignitosamente, battersi, lottare per affrancare questo territorio del Pollino, della Calabria, dalla morsa della povertà diffusa, di un’area a grave ritardo di sviluppo che rimane tra le aree più depresse dell’Europa".


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