Cane ferito a Catanzaro: nota dell’Associazione Anima Randagia

Catanzaro Attualità

Riportiamo a seguire, interamente e senza commenti, la nota diffusa dall’Associazione catanzarese Anima Randagia in merito al gravissimo episodio di violenza occorso negli scorsi giorni. La nota, firmata da Francesca Console, Oreste Colicchia, Roberta Stasi, Egle Procopio, Valeria Colosimo dell’Associazione Anima Randagia, Per la Tutela degli Animali in Calabria Catanzaro, parla “non solo di abusi ai danni di animali inermi e innocenti, ma anche di pesantissime intimidazioni nei confronti di che dell’attivismo ha fatto una vera e propria missione. Questo episodio racconta del dolore dei volontari ma anche del loro coraggio. E, naturalmente, della vigliaccheria assoluta di chi spara cinquanta pallini da caccia a tradimento a un cucciolo di cane indifeso. Uno dei tanti cani di proprietà dell’Associazione Anima Randagia di Catanzaro, accudito e amato dai volontari della stessa, ha subito uno degli atti più ignobili che l’uomo possa compiere ai danni di un animale. Fiume, recuperata quattro mesi fa intrappolata sotto l’argine della fiumarella che attraversa la città in forte stato di shock e denutrizione, è stata volutamente sparata ad una distanza di almeno 50 metri, investita dalla punta del naso alla punta della coda da una cinquantina circa di pallini di piombo.

Occhio compromesso, zampa claudicante e una miriade di pallini che resteranno a vita all’interno del suo corpo con la possibilità di subire un avvelenamento da piombo in futuro che potrebbe portarla solo alla morte. A questo punto i nostri cani, le nostre Anime Randagie non sono più al sicuro in quel unico maledetto posto che siamo riusciti a trovare per svolgere la nostra attività, il nostro quotidiano sostituirci alle Istituzioni completamente assenti e latitanti in questa terra dove la tutela e il rispetto degli animali è terribilmente inesistente. Solo nei primi 6 mesi di vita l’'associazione è riuscita ad alleggerire le casse comunali al mantenimento di oltre 100 cani che sono stati regolarmente recuperati, curati e sistemati presso ottimo famiglie affidatarie con tanto di regolare microchip, ciclo vaccinale completo e firma di regolare modulo di adozione. È stato un episodio che ci ha sconvolto, un vero e proprio atto intimidatorio e di avvertimento. È troppo tempo che urliamo a gran voce la nostra situazione, che accomuna tutte le associazioni e volontari su territorio, è troppo tempo che chiediamo aiuto al Comune e agli organi preposti per riuscire ad ottenere un pezzo di terra dove costruire la nostra oasi. Per questo, ora più che mai, chiediamo di essere ascoltati, chiediamo di essere accolti dal Sindaco entrante Sergio Abramo per cercare una soluzione, un modo per risolvere il problema del randagismo che avvolge la nostra città.

Noi siamo quelli che non stanno in silenzio, noi siamo quelli che denunciano abusi e soprusi senza guardare in faccia nessuno, noi siamo quelli che mai si nascondono dietro la propria attività. Noi siamo quelli che danno fastidio. Colpire un nostro cane è stata una dichiarazione di guerra. L’Associazione a questo punto si vede costretta a bloccare la sua opera. L’Associazione a tempo indeterminato non potrà più accorrere in aiuto a tutti quei randagi che ormai riempiono le strade della nostra amata città, animali che con le sole proprie forze fisiche, economiche e mentali i volontari hanno sempre accudito, messo in sicurezza, amato e sistemato nel corso di questo anno. Ci dispiace profondamente bloccare la nostra attività di recupero e di aiuto ma in queste condizioni non ci è più possibile operare. Aspettiamo in silenzio di parlare con il Sindaco, aspettiamo in silenzio la speranza di un cambiamento, noi vogliamo continuare ad operare, ma dovete metterci in condizioni di farlo”.


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