Confindustria Vibo: sprechi, cattiva gestione e insolvenza della macchina della P.A.
"Lo abbiamo detto tante volte, lo abbiamo annunciato in tempi utili, quando ancora era possibile fare qualcosa, trovare una via di dialogo, una soluzione di buon senso, avviare buone prassi politiche ed amministrative. Niente di tutto questo. La macchina della pubblica amministrazione che tutto ingoia, in un pozzo senza fondo che non prevede responsabili e responsabilità, ha continuato a macinare e fabbricare instancabilmente pretesti e fandonie da dare in pasto alle imprese ed ai cittadini. - Lo si legge in una nota di Confindustria Vibo Valentia - Le risposte che sono state date sono sempre le stesse e fuori da ogni possibile tolleranza e ragione. Sempre, prima di tutto, la immancabile posizione ormai da copione, “non dipende da noi”. Le responsabilità in questo angolo di Sud che è ancora più duro da vivere del resto del Sud, sono sempre di qualcun altro o dipendenti da qualcosa che non è imputabile alla classe politica e dirigente. MAI. Siamo allo stadio finale, agli attacchi insensati e assolutamente allarmanti alle persone, ali amministratori. Un campanello d’allarme che annuncia la tempesta. Siamo alle fasi finali della tolleranza. Abbiamo chiesto troppo ad imprese e cittadini.
L’esasperazione - si continua a leggere - è merce che si trova ormai a buon prezzo per le strade di questo Sud, e dobbiamo davvero fare molta attenzione che non venga assoldata dalla parte forte, l’unica che gode di buona salute in questa terra. La criminalità intesa in ogni senso ed accezione. Abbiamo spezzato le speranze di molti giovani e dei loro padri, che maledicono se stessi e questo Sud e che non hanno più la forza di trattenere la rabbia. Il “Caso Staropoli” non è il solo e non è da sottovalutare. Prima ancora del caso Staropoli però abbiamo visto tante altre imprese che hanno deciso di chiudere, o meglio che hanno subito la decisone di altri, della PA. Che sono morte senza far rumore di crediti vantati nei confronti di quella PA matrigna che chiede, pretende, obbliga, ma a senso unico. Ma attenzione, dietro la macchina della Pubblica Amministrazione ci sono uomini, persone in carne ed ossa che rispondono o dovrebbero rispondere in quanto apparato burocratico-amministrativo alla classe politica, che ha il dovere di determinarne azione ed indirizzi. Quella stessa classe politica che continua a sopravvivere in attesa di chissà cosa.
Di chissà quale speranza di occupare, presidiare, conquistare per il proprio ed esclusivo tornaconto, postazioni ed incarichi. Con la consapevolezza che tanto a chiudere i battenti saranno i pochi imprenditori rimasti, che a non avere un lavoro sono i disperati figli di nessuno, utili solo a sostenere il sistema perfetto della promessa del voto di scambio. Il mondo è impazzito e la crisi internazionale sicuramente sta piegando l’economia, ma un grande contributo a non risolvere ciò che è possibile risolvere è colpa della nostra piccola classe politica ed amministrativa, prima lo capiremo e prima avremo un’occasione di invertire la direzione verso l’inferno che questa terrà sembra aver preso".