Ospedale di Rossano e Corigliano, trasferimento di alcuni reparti: il disappunto dei cittadini

Cosenza Salute Antonio Le Fosse
L'ospedale di Rossano

Continua il disappunto dei numerosi cittadini dell’area urbana di Rossano e Corigliano per il trasferimento di alcuni reparti ospedalieri tra i due unici nosocomi operanti nella fascia jonica cosentina, dopo la chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce, al fine di garantire il servizio sanitario pubblico ai numerosi residenti dell’intero territorio che, da alcuni dati anagrafici, si aggirano intorno ai 200mila abitanti. Inutile, dunque, il sit-in di giovedì scorso, dopo le decisioni dell’ASP cosentina, in cui si è dato vita ad una ennesima protesta dinanzi all’Ospedale di Rossano per impedire il trasferimento del reparto di ostetricia e ginecologia a Corigliano. Una opposizione, quella attuata dai cittadini rossanesi e non solo, la quale non ha avuto nessun riscontro positivo, anche perché nella giornata di sabato, 6 ottobre, è iniziata la fase operativa del trasferimento di alcuni reparti tra l’ospedale di Rossano e quello di Corigliano. L’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) di Cosenza, infatti, ha messo in atto il processo di integrazione dei due nosocomi operanti nella Sibaritide per dar corpo ad un unico presidio Spoke. Da sabato mattina, inoltre, sono stati sospesi i ricoveri presso l’unità di ostetricia di Rossano. Le pazienti, dunque, sono state dirottate nel nosocomio di Corigliano dove è stato potenziato il nuovo servizio con 25 posti letto (più 20 posti letto di pediatria e neonatologia). Sarà garantita, tra l’altro, sia l’assistenza ostetrico-ginecologica e sia la presenza delle figure specialistiche necessarie anche per il funzionamento, 24 ore al giorno, del blocco operatorio. A Rossano, invece, resteranno attivi solo 5 posti letto di ginecologia chirurgica per gli interventi programmati e l’ambulatorio di ostetricia attivo 12 ore al giorno (dalle 8 alle 20), da lunedì a sabato, affidato ai medici del consultorio. Contrari anche i cittadini coriglianesi per il trasferimento da Corigliano a Rossano delle unità di otorinolaringoiatria e ortopedia. Trasferimenti non condivisi dagli abitanti delle due rispettive città joniche e non solo, i quali sono costretti a girovagare da un ospedale all’altro per cure ed assistenza. La gente, comunque, è stanca di subire le scelte attuate da altri. In tanti, infine, si augurano che, dopo il ridimensionamento in cui si è registrato il caos totale sia al pronto soccorso per le prime cure e sia nei diversi reparti interni per le numerose richieste di ricovero nei due rispettivi ospedali di Rossano e Corigliano, vi siano più servizi e meno disagi nella sanità pubblica. C’è bisogno, dunque, di un piano di riorganizzazione sanitario per riuscire a garantire servizi, sempre più, efficienti al cittadino, affinché si possa assistere ad una sanità migliore in Calabria ed evitare, così, i cosiddetti “viaggi della speranza” in altre strutture ospedaliere del centro-nord Italia.