Droga: operazione carabinieri Milano, 53 arresti nel nord Italia
I carabinieri del comando provinciale di Milano stanno dando esecuzione dalle prime luci dell'alba ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 53 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, riciclaggio e ricettazione. Gli arrestati sono ritenuti appartenenti ad una organizzazione criminale che si procurava la droga dalla Colombia per poi introdurla sul territorio italiano attraverso una rete articolata di corrieri. Gli arresti sono eseguiti a Milano e nel resto della Lombardia in particolare a Monza, in Brianza, Bergamo, Varese, Cremona ma anche a La Spezia e Reggio Calabria.
L'operazione, chiamata "Pollicino" perché durante le indagini, un corriere dell'organizzazione, nel trasportare 6 kg di cocaina in uno zaino ed a bordo di un motociclo ha perso lo stupefacente per strada ed è riuscito a recuperarlo seguendo le tracce di parte della sostanza dispersa sul selciato, è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Sesto San Giovanni ed ha consentito di disarticolare un'importante e ben strutturata associazione per delinquere composta prevalentemente da soggetti italiani di elevato spessore criminale, estremamente radicata e diffusa a Milano e nell'hinterland.
L'organizzazione si approvvigionava della sostanza stupefacente tramite canali diretti con i cartelli colombiani della droga introducendola sul territorio italiano con una fitta rete di corrieri anche per mezzo di ingegnose tecniche di occultamento come quella di sciogliere chimicamente la cocaina ed impregnarla nella lana poi utilizzata per filare tappeti che venivano importati in Italia. I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 12 presso la sala stampa del Comando Provinciale Carabinieri di Milano.
h15:26 | Sono 58 le persone arrestate nell'ambito di un'operazione congiunta di carabinieri e guardia di finanza, che ha riguardato in particolare le province di Milano, Monza, Bergamo, Varese, Cremona ma anche La Spezia e Reggio Calabria. Le accuse sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, riciclaggio e ricettazione. Gli inquirenti ritengono che il flusso economico del gruppo criminale ammontasse a oltre 2 milioni di euro. Sono stati sequestrati 400mila euro in contanti; 60mila euro di Bot; 80 kg di droga (45 kg di cocaina e 35 kg di hashish); 4 pistole; un'attività commerciale e diversi immobili.
Due 'luogotenenti' dell'organizzazione risiedevano a Cesano Boscone (Mi) e da lì tenevano i contatti con gli altri gruppi criminali a cui smerciavano grandi quantità di droga che poi veniva spacciata al dettaglio. L'organizzazione si approvvigionava tramite canali diretti con i cartelli colombiani della droga, introducendola sul territorio italiano con una fitta rete di corrieri. Venivano utilizzate tecniche di occultamento come quella di sciogliere la cocaina ed impregnarla nella lana poi utilizzata per filare tappeti che venivano importati in Italia. Il gruppo possedeva una 'raffineria' in un appartamento di via Gulli a Milano, dove un chimico venezuelano estraeva la droga dai tappeti. Quando è stata fatta irruzione nel locale sono stati trovati 10 tappeti, 5 kg di cocaina appena estratta e due persone, ma del chimico non c'era traccia. L'uomo risulta latitante. A gestire la parte economico-finanziaria, invece, erano padre e figlio residenti nei pressi di La Spezia. Attraverso alcuni contatti esteri (due francesi e uno spagnolo) facevano transitare il flusso di denaro in altri paesi e poi lo facevano tornare in Italia, di nuovo a disposizione dell'organizzazione.