La chiesa traccia il solco Crotone svegliati
Finalmente, è questa la sensazione che abbiamo provato, quali dirigenti provinciali del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, nel partecipare all’assemblea pubblica che il nostro Vescovo, Mons. Domenico Graziani, ha voluto fortemente organizzare, convocando tutta la diocesi crotonese, in tutte le sue appartenenze, con un titolo già di per se significativo : “Ho Qualcosa Da Dirvi”.
Quel qualcosa che Mons. Graziani ha voluto dirci è affascinante, in una terra martoriata, disillusa e abbandonata come è il crotonese di oggi, tra il silenzio della gente comune, la paura di un futuro incerto e l’ignavia della classe politica istituzionale, si è voluto tracciare un solco entro cui seminare i prodromi di una rivolta sociale pacifica che dovrebbe scuotere la nostra provincia e rilanciarla verso un domani migliore.
Ci ha molto colpito il continuo riferimento del Vescovo alla terribile connivenza tra potere politico ed economia, che gestisce la responsabilità della nostra nazione, dimenticando la vocazione sociale della nostra costituzione, ma, con un vero e proprio golpe anti-democratico che ha portato al potere i cosiddetti “tecnici”, mai votati da nessun cittadino, premiando sempre di più l’egemonia delle banche a discapito dei deboli, delle classi meno abbienti, dei lavoratori dipendenti, delle famiglie, dei disoccupati, inoccupati e sottooccupati, con una concezione storicamente superata del rapporto capitale-lavoro.
Il Pastore della chiesa crotonese ha usato più volte il termine “partecipazione”, un termine che ci commuove perché lo riteniamo la base portante di tutta la nostra dottrina politica, quella partecipazione che consentirebbe oggi una cogestione di quella diatriba capitale-lavoro, capace di rivalutare l’uomo, nella sua identità, rendendolo libero dalla “Schiavitu’ Del Debito E Dell’usura”. Anche la proposta di partecipazione e controllo della attività politica istituzionale locale, ci sembra una novità interessante, che consentirebbe al cittadino di vedere realizzati quei programmi, troppo spesso fumosi, che i politici di turno presentano, ma mai riescono a concretizzare.
E se le comunità cattoliche, presenti sul territorio, superano quel isolazionismo che fino ad oggi le ha contraddistinte in politica, per partecipare non solo alle scelte per risolvere i veri bisogni, ma anche alla loro realizzazione, probabilmente siamo di fronte ad una soluzione epocale che consentirebbe alla nostra città un moto di rivolta pacifica e partecipata.