Emergenza carceri, nota dell’europarlamentare Mario Pirillo
"Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nella sua visita di ieri a Milano, ha sollevato nuovamente il grosso problema del sovraffollamento nelle carceri italiane. Ritengo che in un paese civile e democratico siano inaccettabili le condizioni che emergono dai nostri penitenziari". Lo afferma l'on. Mario Pirillo, eurodeputato del gruppo S&D. "Si tratta di una situazione vergognosa - ha aggiunto Pirillo - che, insieme ad altri colleghi tra cui il vicepresidente Gianni Pittella, abbiamo già sottoposto con una interrogazione alla Commissione europea qualche mese fa. A ottobre, a fronte di una capienza regolamentare di 45.568 posti, erano rinchiuse 66.271 persone, delle quali 23.773 stranieri. Degli oltre 66.000 detenuti, 25.970 erano ancora in attesa di giudizio mentre i condannati definitivi risultavano essere 38.906. Un’anomalia tutta italiana, se si tiene conto che in termini percentuali il sovraffollamento ha raggiunto il 157% contro una media europea del 97%. Nel 2012 nelle carceri italiane sono morti 117 detenuti, dei quali ben 40 per suicidio. Una situazione davvero allarmante, per cui bene ha fatto il Presidente Napolitano a evidenziarne le criticità.
Viviane Reding - fa sapere l'europarlamentare - a nome dell'Esecutivo europeo proprio il 22 gennaio 2013 rispose che "La Commissione attribuisce grande importanza al rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti nell’Unione europea. Le condizioni detentive rientrano però nelle competenze degli Stati membri, a loro volta vincolati alle norme internazionali definite in materia dal Consiglio d’Europa. Ciononostante, lo scorso anno la Commissione ha pubblicato un "Libro verde" sul rafforzamento della fiducia reciproca nel settore della detenzione. Sul sito della Commissione è possibile consultare la sintesi delle risposte fornite in merito, da cui emerge che, nonostante l’ampio consenso sui problemi dovuti al ricorso eccessivo alla custodia cautelare, la maggior parte degli Stati membri non è favorevole a interventi normativi particolarmente incisivi a livello dell’UE. In base ai risultati del "Libro verde", la Commissione intende concentrarsi sulla corretta attuazione degli strumenti di riconoscimento reciproco esistenti in materia di detenzione prima di mettere a punto nuove proposte legislative e pubblicherà, entro la metà del 2013, relazioni sull’attuazione delle tre decisioni quadro". Come si evince, il deficit è imputabile agli stati membri Ue che non gradiscono stravolgimenti normativi su questioni interne.
Nel caso italiano - conclude Pirillo - ci sarebbe da intervenire con tempestività cercando di trovare la giusta sintesi tra le esigenze della giustizia con il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti. Le nostre carceri scoppiano e l'Italia può fare molto per evitare il collasso soprattutto nei penitenziari meridionali e in Calabria".