Roccabernarda: un arresto per usura ed estorsione
Nella mattinata odierna, le Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Crotone hanno arrestato G.A., di 53 anni, nato e residente a Roccabernarda. L’uomo, indagato per i delitti di usura ed estorsione, è stato posto agli arresti domiciliari in esecuzione di un provvedimento disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Crotone, Giulia Proto, su richiesta del Pubblico Ministero titolare delle indagini, Ivan Barlafante.
La misura cautelare è stata emessa a conclusione di una complessa attività investigativa, nel corso della quale i finanzieri, prendendo le mosse dalla denuncia di un privato cittadino vittima d’usura, attraverso attività tecniche ed indagini finanziarie integrate da servizi di osservazione e controllo, hanno acquisito rilevanti elementi probatori in ordine ai reati contestati.
In particolare, i militari hanno ricostruito le vicende relative a tre distinti prestiti, erogati nel periodo dal gennaio 2007 all’agosto 2009, nei confronti di una persona in difficoltà economiche, impossibilitata ad accedere al credito bancario. Nel caso specifico, alle somme concesse è stato applicato un tasso d’interesse superiore al tasso soglia stabilito dalla legge, quantificato rispettivamente nelle misure del 30,29%, 200,55% e 38,23% a fronte di tassi soglia che, nel medesimo periodo, sono variati tra il 19,32% ed il 18,53% annuo.
Vista la difficoltà di ottenere la restituzione del debito usurario, G.A. non ha esitato a porre in essere condotte minacciose e violente, attraverso comunicazioni telefoniche, incontri presso pubblici esercizi, addirittura attendendo la propria vittima sul luogo di lavoro, con l’intento di aggredirla.
Inoltre, l’indagine ha documentato anche un episodio in cui l’usuraio ha raggiunto l’abitazione del debitore, danneggiando l’autovettura dello stesso.
All’atto della notifica del provvedimento, le fiamme gialle crotonesi hanno effettuato la perquisizione dell’abitazione dell’indagato, rinvenendo e sequestrando ulteriori documenti utili per le investigazioni (assegni per € 127.000,00, un libretto di deposito bancario con saldo di € 51.000,00, agende con appunti) nonché un vero e proprio “studio” attrezzato, nel quale veniva presumibilmente esercitata abusivamente l’attività di odontoiatra.