Estorsioni: tre arresti in flagranza a Lamezia Terme

Catanzaro Cronaca

Tre persone sono state arrestate dalla Polizia a Lamezia Terme in flagranza di reato. Per estorsione I dettagli dell'operazione saranno resi noti nella conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 16 al Commissariato della Polizia di Stato di Lamezia Terme. (AGI)

AGGIORNAMENTO

Programmano una estorsione ai danni di un commerciante di Lamezia Terme, ma grazie alla reazione della vittima e all'abilità investigativa della Polizia di Stato vengono individuati e catturati in flagranza di reato. In manette sono finiti, Marco Sorrentino, 22 anni, Michele Sorrentino, 68 anni, rispettivamente padre e figlio, e il cugino Giovanni Caruso, 24 anni. Le modalità della estorsione e i particolari del loro arresto sono stati forniti questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa dal questore di Catanzaro Guido Marino. "Non commentiamo una storia di mafia - ha detto - ma un'estorsione che però non ha nulla da invidiare ad altri casi eclatanti, sebbene non venga imputato il reato legato all'articolo 416". "Da anni - ha detto ancora il questore - dipingiamo Lamezia come una città omertosa, questa volta è stato il contrario. Auspichiamo che questo serva di esempio, giacché casi come questi testimoniano l'efficienza delle nostre forze dell'ordine. I lametini sappiano da che parte stare". Sul piano operativo i particolari sono stati illustrati dal dirigente del commissariato lametino, Antonio Borelli, il quale ha sottolineato che "negli scorsi mesi queste persone si sono presentate da un piccolo imprenditore che da poco meno di 6 mesi aveva iniziato una propria attività. Dopo vari appostamenti nei pressi della piccola azienda, e grazie alla collaborazione del titolare, questa mattina abbiamo colto sul fatto queste persone nel prelievo illecito della somma richiesta, circa 700 euro, bloccandole a poca distanza e arrestando prima i due Sorrentino in flagranza di reato, e poi il cugino Caruso, che insieme al minore dei Sorrentino aveva già altri precedenti penali non legati allo stampo mafioso (spaccio di sostanze stupefacenti con avviso orale di pubblica sicurezza)". Borelli ha riferito che i due avevano già in precedenza rifiutato 500 euro, reputando l'importo troppo esiguo, e minacciato il piccolo imprenditore "o paghi o ti spariamo alle attrezzature". Negli ultimi anni, ha poi aggiunto Borelli, "abbiamo lavorato duramente nella lotta alle famiglie mafiose, e temiamo che schegge impazzite come queste possano cercare di imitare queste attività estorsive ed inserirsi nel contesto cittadino". I tre arrestai circa tre mesi fa si erano presentati da un piccolo imprenditore lametino nella zona di Via dei Bizantini, ed hanno cercato di obbligarlo a pagare una somma come atto di protezione. L'arresto è avvenuto in flagranza di reato, padre e figlio sono stati infatti bloccati dagli agenti subito dopo aver incassato 700,00 euro proprio nelle vicinanze dell'attività' commerciale da tempo presa di mira. Agli arresti è seguito il fermo nei confronti di Giovanni Caruso, indiziato gravemente di aver concorso nel reato con gli arrestati. Il Caruso, non presente oggi per la riscossione, li aveva tuttavia accompagnati presso l'attività' commerciale ed aveva assistito alle pressanti e illegittime richieste di denaro rivolte al titolare, per ottenere il quale erano arrivati a minacciare la vittima di morte oltre che a prefiguragli ingenti danni all'attività. A seguito di un episodio di cui fu vittima il titolare dell'attività commerciale, gli agenti della squadra investigativa hanno dato inizio attività di indagine e sono riusciti a coglierli in flagranza. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati rinchiusi nella casa circondariale di Lamezia a disposizione dell'autorità' giudiziaria. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Luigi Maffia. (Agi)