Chi non muore… si “rivede”

Calabria Cronaca Vincenzo Ruggiero

Se me lo avessero detto prima l’avrei presa per piaggeria: in una regione sempre e troppo indifferente, spesso votata al “chiseneffottismo”, mai mi sarei aspettato una tale e tanta mole di attestati di stima e solidarietà. I più, arrivati da gente che non ho mai conosciuto prima e che (quanto mi ha fatto piacere!) mi si è rivolta con un “tu” cordiale e sincero, quasi mi considerasse di famiglia.

Gli ultimi quattro giorni li ho trascorsi a leggere proprio i loro commenti al “fondo e le decine di email giunte sulla posta. Tutte di lettori del nostro quotidiano. Accidenti quanti sono!

Qualche telefonata da parte di colleghi e non; uno su tutti che mi chiede, addirittura, “cosa posso fare? Non ho soldi ma tempo e forze da dedicarti”. Nessun politico (non me ne aspettavo) ma chi se ne frega; non sono quasi mai attenti a cose più importanti per questa terra, figurarsi alle sorti di un “piccolo” giornale e dei suoi giovani lavoratori. Ne terrò memoria in futuro quando rileggerò comunicati auto elogiativi ed inconcludenti.

Poi la svolta - troppo fulminea per sembrare vera - prima per telefono e, dopo, di persona. Imprenditori amici con un semplice "ma perché non l'hai detto prima?". Ahi, l’orgoglio!

E una proposta (discussa, sviscerata e condivisa con tutti i collaboratori): “Cn24 non deve morire, va rilanciata e rafforzata; tu ci stai?”. La mia domanda: “facciamo sul serio?”. La loro risposta: facciamo “rete”. Seguita da poche parole, una stretta di mano e un invito determinato: mettiamoci a lavoro.

Da oggi è anno zero? Sì. Un nuovo editore, un gruppo di trentennale esperienza, “rifonda” Cn24. Con nuova linfa, nuovi progetti, col web, con la tv. Con l’integrazione di esperienze e professionalità - nostre e loro - per non disperdere quanto di buono è stato costruito negli ultimi anni. Con la certezza di non dissolvere una sola delle risorse umane che sono state alla base del suo successo; di non cambiar nulla nella linea e nella sostanza del giornale che avete imparato a conoscere.

Succede anche questo, a volte, in Calabria. E chi l’avrebbe mai detto!? Roba che, a raccontarla, potrebbero non credervi.

Dunque, da stamani torniamo. Ora posso dirlo per certo e, fidatevi, fino a poche ore fa non lo credevo possibile. Ho creduto invece - e come sempre - nella forza e nella determinazione dei “miei ragazzi”: corpo, cervello e anima di questo giornale. Ho creduto in questi editori perché non mi hanno detto cosa fare per ricominciare ma mi hanno chiesto di cosa c’era bisogno per farlo. Non denari: certezze, idee e obiettivi a lungo a termine.

E, soprattutto, rispetto per i lettori che in questi ultimi quattro giorni, paradossalmente, ho imparato a conoscere meglio e mi hanno ricordato, con il loro affetto, il perché insisto caparbiamente nel voler fare questo mestiere.

V.R.

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