Arrivederci!
Ho sempre odiato gli addii e per questo ho scelto di salutarvi con un semplice “arrivederci”.
A quando? Non so! In che modo? Men che meno! Da inguaribile ottimista credo che, prima o poi, strade che si dividono finiscono in qualche maniera per rincontrarsi. L’esperienza, d’altro canto, mi ha insegnato che qualsiasi cosa non dura per sempre ma, se valida, trova comunque il modo di riciclarsi.
Ebbene: le notizie di Cn24 - per ora - finiscono qui. Non vi saranno altri aggiornamenti durante la giornata, né in quelle a venire. Da oggi, per la prima volta negli ultimi anni, non saremo tra i primi a informare, a raccontare i fatti della Calabria alla Calabria e - senza alcuna presunzione - a raccontarli anche all’Italia e ai calabresi nel mondo. I terminali della redazione resteranno spenti: non lo sono mai stati per oltre quattro anni, 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Feriali e festivi, Natale e Ferragosto compresi!
Almeno loro tireranno un sospiro di sollievo. Insieme a quanti (pochi) sono stati Cassandre dal primo all’ultimo giorno.
Ed ora i perché: lo devo dapprima alle migliaia di lettori che ogni giorno hanno sfogliato il nostro quotidiano; lo devo agli inserzionisti pubblicitari che ci hanno sostenuti. L’ho già discusso con giornalisti e operatori che vi hanno lavorato e che, sono certo, hanno condiviso fino in fondo.
Questa testata è nata, oltre che da un progetto, con dei principi: uno dei quali è stato, sempre, il rispetto delle risorse umane che in essa hanno creduto e per essa hanno lavorato. “Ragazzi” che hanno fatto gavetta crescendo giorno dopo giorno, acquisendo professionalità e competenze che non esagero a definire uniche; contribuendo a creare un modello invidiato da molti, apprezzato da tanti. Dipendenti “indipendenti” stipendiati “a busta paga”.
A questo punto potrei dare la colpa (sarebbe comodo e facile!) alla congiuntura negativa, alla crisi economica, alle tassazioni asfissianti ed opprimenti … a Babbo Natale come anche alla Befana e a tutti gli gnomi del bosco (da cui non aspettavamo doni ma che, almeno, leggessero con attenzione le nostre letterine).
Le verità sono da tutt’altra parte: forse nell’inconcludenza di parte del tessuto economico di questa terra; forse nella difficoltà nel credere alle nuove idee perché incapaci di fuggire dalle vecchie (per dirla con Keynes); un po’ anche nella stanchezza di dover quotidianamente vestire i panni di don Chisciotte e combattere mulini a vento immobili da tempo, con addosso il peso della responsabilità per il futuro di alcuni “non eletti”.
Quando un insieme di fattori si sommano e ci si rende conto che ogni sforzo è vano, allora è bene fermarsi. Quando, imprenditorialmente ed umanamente parlando, si comprende che non si è più in grado di garantire a chi lavora quel minino di stabilizzazione che crea certezze e muove economia, allora è bene fermarsi. Quando si è sfondato a testate centinaia di mura ma ci si accorge che, dalla parte opposta, c'è invece chi continua ad innalzarne di nuovi (e non se ne comprende i perché!), allora è bene fermarsi.
Difronte all'eventualità di “chiudere i battenti”, a dire il vero, la redazione ha sempre risposto “no”! Pronta, addirittura, ad immolarsi senza salario per salvare quanto, per una volta nella vita, ha contribuito a creare e col sudore della propria fronte. E questa entusiasta determinazione - vi sembrerà strano - è stato uno dei motivi che mi ha convinto a condividere la decisione più estrema.
Alla soglia dei 45 anni, 25 dei quali dedicati solo a questo mestiere, tante, troppe volte ho assistito a convincimenti simili. In qualche caso la “svolta” è arrivata, in altri no. Ma durante il cammino in molti hanno accusato il peso del sacrificio e compreso tardivamente che, forse, era bene prendere un’altra strada.
Credetemi! Ci vuole più coraggio nel dire “basta” che nel continuare a tentare, caparbiamente, di risalire la china: andando contro corrente, combattendo i mulini a vento di cui sopra ma, soprattutto, cercando di convincere i sordi che le campane suonano a festa!
Allora, semplicemente: arrivederci!
V.R.