Le minacce dei vigliacchi non ci fanno paura, ci rafforzano
Se qualche imbecille e anche codardo ritiene (solo lui) di poter intimorire un nostro collaboratore, sappia che il suo messaggio non è rivolto ad una singola persona quanto invece ad un’intera redazione - forsanche ad un’intera categoria - che soprattutto in questi casi sa farsi cosa sola e difendersi meglio di quanto si possa immaginare.
di Vincenzo Ruggiero
Sebbene si sia ormai fatto il callo alle minacce - velate, dirette o anche indirette - fa sempre male dover constatare che esista ancora in questa terra qualcuno che ritiene di poter tappare bocche e imporre il suo pensiero unico o le sole sue di azioni con la “violenza”.
Accade oggi che il nostro Francesco Placco si ritrovi nella cassetta della posta un messaggio poi non tanto velato. Un ritaglio del suo ultimo articolo (QUI) e una parola tanto chiara quanto perentoria stampataci sopra: “attento” (QUI).
Se il latore di questo foglietto insulso crede o ha creduto di incutere paura o di ingenerare ansie o preoccupazioni al nostro Francesco e quindi al nostro giornale, stia sereno: così non è, anzi, ciò ha dato ancora più impulso, forza e determinazione al lavoro quotidiano di chi, e qui, continua a scrivere in libertà senza vincoli o parentati.
Un nostro collaboratore non è solo, è tutti noi: un insieme di forze e di energie che sanno fare quadrato e che in molti anni di attività non hanno mai chinato la testa davanti a chicchessia (figurarsi ora!), andando avanti a testa alta solo grazie alla propria forza di volontà, alla dedizione per questo mestiere e alla sua indipendenza, nella consapevolezza di poter far conto solo su queste e su nient’altro. E nessun’altro.
Non è da oggi, d’altronde, che siamo sulla “trincea” della verità e dei fatti senza alcuna retorica “anti” e per questo venendo anche e continuamente colpiti con dicerie, sottovalutazione o irrilevanza con cui ambiti diversi - anche nella stessa comunicazione - vorrebbero relegare il ruolo che nel territorio provinciale e regionale svolge la nostra testata.
Ovviamente pur preoccupati, appuntiamo quindi questa ennesima minaccia come una piccola medaglia ai valori che rappresentiamo, segnalandola a tutti gli attori e protagonisti della vita pubblica calabrese affinché assumano un più coerente e fattivo atteggiamento di rispetto verso la libertà di stampa, che non è solo quella delle veline e delle notizie prefabbricate che fanno tanto piacere ai potenti di turno.
La mia, la nostra piena e totale solidarietà va oggi a Francesco, un giovane che si è avviato con coraggio lungo il difficile cammino di questa professione.
E lo ribadiamo ancora, per quanto scomoda nessuna trincea né minaccia può farci paura. Per questo ci rivolgiamo pubblicamente ai vertici dell’Ordine e del Sindacato regionale e nazionale dei giornalisti affinché intervengano immediatamente.
Nel frattempo, e di certo, non ci fermeremo davanti ad una “letterina” anonima e vigliacca.