Fiera Libro: Calabria espone alcuni suoi capolavori tipografici
La seconda giornata del Salone negli spazi espositivi dello stand della Regione Calabria nel Padiglione 1 del Lingotto Fiere è iniziata con un viaggio a ritroso nel tempo, nella cultura e laboriosità della regione.
In apertura difatti c’è stata una conferenza dal titolo, assolutamente esemplificativo, La tipografia della regione dal XV al XVII secolo. Iniziative per la valorizzazione del patrimonio storico delle biblioteche calabresi. Titolo che non soltanto richiama lo specifico oggetto dell’evento (le stampe antiche), ma che dà una chiave di lettura importante sul rapporto che le utenze hanno con il mondo delle biblioteche. Il libro, si sa, è spesso associato all’idea di essere rinchiuso e custodito negli angusti spazi di questi luoghi oscuri, cioè le biblioteche; invece la cultura, spesso, parte proprio da lì.
Oltre al difficile tema della valorizzazione del patrimonio librario (sulle scelte da intraprendere sono stati versati fiumi d’inchiostro), sicuramente una delle iniziative migliori è stata proprio quella di esporre al Salone alcuni dei tesori di questo patrimonio. È fondamentale che la gente li veda, li conosca, impari a prendere domestichezza con il problematico mondo del “libro antico”. Gli incunaboli, le cinquecentine, le secentine sono state collocate in uno dei quattro lati esterni dello stand regionale; le teche nelle quali sono racchiusi sono ben visibili dai visitatori, che, incuriositi, hanno affollato tale zona degli spazi espositivi.
Tra i preziosi testi a stampa esposti citiamo: Le lettere scritturali con le postille politiche di Serafino dalle Grottaglie; l’Oratione in morte di Bernardino Telesio di Giovanni Paolo D’Aquino; gli importantissimi Statuti della Seta di Catanzaro (che testimoniano le antichissime “vie della seta”); il Liber concordie noui ac veteris Testamenti di Gioacchino da Fiore; il De natura iuxta propria principia liber primus et secundus dell’oriundo calabrese Bernardino Telesio.
Inoltre, un incunabolo contenente 63 favole di Esopo; la Rationalis Philosophiae di Tommaso Campanella e i due pezzi di punta dell’intera collezione esposta al Salone: il codice Romano Carratelli, con 99 illustrazioni acquerellate sul problema della difesa sulla zona costiera di Calabria e il commento al Pentateuco stampato a Reggio Calabria nel 1475 con caratteri ebraici.
La manifestazione, sicuramente aderente al contesto librario del Salone, e fondamentale da un punto di vista della divulgazione e della conoscenza dei tesori della Calabria, è stata curata dall’Assessorato regionale alla Cultura e dal Polo regionale per le Politiche pubbliche sulla lettura; in particolare la mostra sulla tipografia storica in Calabria è stata curata da Gilberto Floriani e Giacinto Pisani.