Ra.Gi.: visita della presidente dell’associazione “ArtCafè Alzheimer”
"Una visita cordiale che si é trasformata in un confronto molto proficuo sulle metodologie che l'equipe della Ra.Gi. applica ai pazienti affetti da demenza e che si é rivelata di particolare importanza grazie alla presenza del funzionario della Regione Calabria dottor Cesare Nisticò che ha avuto così modo di conoscere la nostra realtà in cui, attraverso tante stimolazioni cognitivo/motorie e affettivo/relazionali incoraggiamo al proseguimento di una vita dignitosa i nostri pazienti; non li accompagniamo verso la morte ma cerchiamo di farli sentire ancora protagonisti della loro esistenza" .
Parla così il presidente della Ra.Gi. Elena Sodano a seguito della visita avuta nei giorni scorsi della presidente dell'associazione "ArtCafè Alzheimer" Rosalba D'Urso sorella della più nota conduttrice televisiva Barbara D'Urso, accompagnata da un rappresentante della Gargantua S.r.l. che in collaborazione con la Neurotronics, sta sviluppando un supporto terapeutico per pazienti con Alzheimer che utilizza la musica composta dal maestro Fabio Tullio e la cromoterapia.
Un incontro ricco di importanti spunti attuativi per riuscire a sensibilizzare l'opinione pubblica su un nuovo modo di intendere l'Alzheimer e la demenza in genere. La D'Urso ha raccontato di una patologia emotivamente a lei molto vicina dal momento che un suo caro congiunto é affetto da Alzheimer e della sua associazione che, pur non avendo nulla a che fare con applicazioni terapeutiche, é nata in una terra, la Campania, priva di ogni attenzione e sostegno sia verso i pazienti che verso le famiglie. Rosalba D'Urso che sta girando l'Italia per fare visita e conoscere i vari centri che si occupano di Alzheimer, ha fatto visita alla Ra.Gi. grazie alla segnalazione del dirigente generale della regione Calabria assessorato alle Politiche sociali, Bruno Calvetta.
Gli ospiti, che sono stati accolti a Fondazione Betania Onlus nella cui struttura la Ra.Gi. sta portando avanti un progetto finanziato dall'8x1000 della chiesa cattolica, hanno avuto modo di stare qualche ora insieme ai pazienti e seguire in un'unica grande anima gruppale le attività laboratoriali svolte dall'equipe della Ra.Gi restando colpiti principalmente dall'energia partecipativa degli anziani e dal modo con cui gli stessi si sentivano protagonisti di un contesto relazionale allegro, colorato e partecipativo.
"Le esigenze della vita cambiano in modo veloce ed i metodi per prendersi cura di un anziano non possono restare ancorati a vecchie logiche terapeutiche - ha detto la D'Urso - ma solo menti particolarmente plastiche possono reggere questa sfida innovativa e la Ra.Gi. penso abbia tutte le caratteristiche per affrontarla. Occorre rivedere i nostri atti di cura in una storia che assume ogni giorno aspetti nuovi, in una dialettica senza fine tra impegno di cura e bisogno che cambia in conseguenza di culture, tecniche, generosità ed egoismi. Gli atteggiamenti conservatori a nulla servono occorre cambiare lo stile di comunicazione intorno alle demenze.
Termini come "perdita del se", "furto della memoria", "memoria resettata" dovrebbero essere cancellati perché non aiutano a capire la sofferenza dei malati ma creano un alone di pessimismo, una sorta di morte sociale che induce carichi pesanti ai caregiver e scoraggia l'atteggiamento rivolto alla cura della persona".
"Ringrazio la Regione Calabria che ci ha permesso di far conoscere alla signora D'Urso il nostro modo di relazionarci con i pazienti e di condividere un pensiero comune su di una possibile collaborazione futura - ha detto la Sodano -. Stiamo portando avanti una grande rivoluzione culturale e di pensiero sul modo di intendere il prendersi cura dei pazienti con patologie neurodegenerative e degli anziani in genere. Una contaminazione di anime e coscienze sociali che sia in grado, per prima cosa, di smembrare quella rassegnazione che pervade spesso le famiglie e che riesca ad adottare quello spirito collettivo di intolleranza verso lo status quo delle malattie croniche dell'anziano. Una sfida certo che abbiamo lanciato anni fa con la consapevolezza che non sarebbe stato facile e che il percorso sarebbe stato irto di ostacoli e difficoltà in una città e in una regione che fatica ad abituarsi alle novità e che si adagia ancora sui modi convenzionali del prendersi cura".