Identità ed appartenenza. 500 capi scout si preparano alla Route regionale
Lasciarsi interpellare dalle urgenze nel contesto che oggi si vive per essere capaci di dare risposte concrete alle speranze della Calabria. E’ questo l’obiettivo di fondo che muoverà i passi di oltre 500 capi scout dell’Agesci calabrese per la route regionale delle Comunità Capi. “Dalle piste ai sentieri sulle strade del domani” - questo il tema del campo mobile - si svolgerà dal 7 all’11 agosto presso la località del Cupone, nel Parco Nazionale della Sila, guardando alla riscoperta della identità per poter costruire il progetto regionale dei prossimi anni che vedrà impegnati tutti gli scout della Calabria.
Testimonianza, appartenenza, identità, ma anche famiglia, lavoro, fede, missione, profezia, corresponsabilità sono solo alcune delle parole che da mesi guidano la preparazione delle Comunità Capi a quello che è l’evento per eccellenza per tracciare insieme il Progetto regionale che muoverà le azioni e le scelte di servizio dei prossimi anni dello scoutismo calabrese. Un appuntamento che il Comitato regionale dell’Agesci Calabria, guidato da Concetta Greco, Fabio Caridi e don Massimo Nesci, ha scelto di vivere nello stile della strada, per evidenziare al meglio la volontà di confrontarsi ed “ascoltare” la terra che si vuole servire e nella quale si vuole progettare una identità forte capace, nel prossimo futuro, di legarsi concretamente alla capacità di rispondere alle speranze della Calabria.
Un vero e proprio percorso che coinvolgerà le Comunità Capi di tutta la regione che arriveranno al Cupone, in Sila, per mettersi in ascolto della domanda educativa alla quale, come associazione cattolica, si vuole rispondere provando a tracciare le strade da compiere, non da soli, ma insieme ai contesti sociali, politici, culturali, e multietnici a cui la Calabria offre residenza e cittadinanza.
Una sfida non certo facile ma possibile da realizzare in una terra dove lo scoutismo vuole sempre più e sempre meglio essere voce profetica che trasforma il servizio in azione e collaborazione con gli uomini e le donne di questo tempo, mettendo dunque al centro la persona e la sua identità.
Essere profetici oggi - scrivono nelle note di preparazione all’evento regionale gli incaricati regionali alle comunità capi - significa essere “capaci di dire una parola scomoda e denunciare le ingiustizie e le connivenze che offendono l’uomo e offendono Dio”, così come serve “spendere la nostra vita nei contesti in cui siamo chiamati. Per fare ciò è necessario creare uno spazio nuovo di vita e di pensiero, dove la generosità, la dedizione e l’accoglienza sono fili retti dalla speranza, elemento fondamentale per proporre un’educazione che produca cambiamento”.