‘Ndrangheta: Dia confisca beni per 30 mln nel reggino
Beni del valore complessivo di 30 milioni di euro sono stati confiscati dagli uomini del centro operativo della Dia di Reggio Calabria a Marcello Fondacaro, imprenditore di Gioia Tauro da tempo residente ad Ardea (Roma). Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, in seguito al sequestro dei beni già effettuato nell'estate del 2011. Fondacaro è un imprenditore con interessi nei settori medico-sanitario (nel cui ambito gestiva cliniche e laboratori di analisi) ed immobiliare, e sarebbe legato al clan mafioso Piromalli-Molè di Gioia Tauro.
È stato condannato, per il reato di associazione mafiosa, a sette anni di reclusione con sentenza, ancora non definitiva, emessa dal Tribunale di Palmi nel 2001 e confermata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria il 20 dicembre 2011. Le indagini a suo carico erano sfociate nell' operazione "Tempo". L'uomo era stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Reggio Calabria il 9 febbraio 1998 dopo quasi due mesi di latitanza. Nel gennaio dell'anno successivo, sempre nell'ambito dello stesso procedimento penale, il Gip del Tribunale reggino, valutando complessivamente le risultanze investigative confluite nei procedimenti "Tempo" e "Porto", aveva applicato una nuova misura restrittiva nei confronti dell'imprenditore contestandogli la partecipazione al clan Piromalli-Molè Fondacaro ha scontato la misura della sorveglianza speciale per due anni, a seguito di decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, nel quale veniva qualificato come un "medico disponibile" per le esigenze della cosca Molè.
A suo carico è pendente un procedimento penale al Tribunale di Palmi in ordine al quale è stata emessa un'ulteriore ordinanza cautelare coercitiva dal GIP di Palmi 9 nei confronti di Fondacaro, dei suoi fratelli Massimo e Giuseppe Alberto, nonché di Filippo Sorace, indicato come prestanome. Fondacaro avrebbe costituito un complesso sistema di gestione di istituti e laboratori di analisi, case di cura e riposo ed imprese immobiliari teso ad eludere, anche con l'ausilio di prestanomi, indagini indirizzate all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali. Successivamente la Procura di Palmi ha modificato le originarie imputazioni, ridisegnando il reato associativo e configurando due ipotesi di violazioni di truffa aggravata sul presupposto che, le fittizie intestazioni di alcune società fossero funzionali non tanto ad eludere le misure di prevenzione patrimoniali, ma ad ottenere indebite erogazioni dal servizio sanitario nazionale e dall'ASP di Reggio Calabria dal 1998 al 2008, in Gioia Tauro.
Con il provvedimento di confisca, il Tribunale ha disposto anche la misura della sorveglianza speciale per un periodo di 3 anni a carico di Fondacaro. Tra i beni sottoposti alla confisca il patrimonio aziendale e le quote sociali di cinque società con sede a Roma, Ardea (Roma) e Mazara del Vallo (TP), di cui tre operanti nel settore sanitario (gestione case di riposo e laboratori diagnostici); circa 25.000 metri quadrati di terreno edificabile, di cui circa 22.000 metri quadri a Ricadi (VV) in una zona di rilevante interesse turistico ed i restanti appezzamenti ad Ardea (Roma); quattro appartamenti ed un box garage siti ad Ardea, Gioia Tauro e Mazara del Vallo; un'autovettura e disponibilita' finanziarie aziendali e personali. (AGI)