I giovani crotonesi alla Giornata mondiale della gioventù a Rio
Rio de Janeiro - “Andate, senza paura, per servire,”. Con questo invito di Papa Francesco si è conclusa, domenica scorsa, la XXVIII giornata mondiale della gioventù (gmg), svoltasi in Brasile, nella città di Rio de Janiero.
Tra i tre milioni di giovani che hanno affollato la spiaggia di Copacabana, dove si sono svolti gli eventi principali di questa gmg, c’erano anche sette giovani crotonesi della Parrocchia Sacro Cuore, accompagnati da Don Luca Garbinetto e dal diacono Juan della Pia Società San Gaetano (PSSG), che proprio quest’anno festaggia 50 anni di presenza a Crotone. Ai giovani crotonesi, partiti dopo aver ricevuto la benedizione del vescovo Domenico Graziani, si sono aggiunti anche due ragazze di Africo (Reggio Calabria), due giovani di Firenze e quattro di Vicenza, insieme a Don Ruggero e Don Giampietro, tutti animati dal carisma missionario di Don Ottorino (fondatore della PSSG).
I giovani “ottoriniani” hanno preso parte non solo a tutti gli eventi principali della gmg, ma anche alla settimana missionaria (che ha preceduto la gmg), iniziata con la visita al Santuario della Madonna Aparecida, patrona del Brasile. Ospiti prima delle famiglie brasiliane di Volta Redonda e poi di quelle di Belford Roxo (città entrambe nello Stato di Rio), hanno sperimentato la straordinaria accoglienza del popolo carioca e la sua grande fede. Nella città di Belford Roxo, in particolare, la settimana missionaria ha avuto come tema quello della pace: Belford Roxo, infatti, è una città di circa un milione di abitanti, che conta ogni mese circa 25 morti. I giovani italiani hanno condiviso la settimana missionaria con i giovani della parrocchia Nostra Signora di Fatima e con i giovani provenienti anche dall’Argentina, dal Guatemala e dal Paraguay. Insieme hanno partecipato alla marcia della pace, per le vie principali di Belford Roxo, conclusasi con la celebrazione eucaristica.
Particolarmente toccante è stata pure la visita alla Igreja Nossa Senhora dos Mártires da Baixada, dove un’immagine della Madonna di Guadalupe ricorda lo sterminio di un’intera famiglia, avvenuto il 3 maggio 1988: furono violentate e uccise prima la madre, all’ottavo mese di gravidanza, tre sorelle e poi il padre, colpevole di essersi rifiutato di vendere droga nel suo bar. Sono state visitate, inoltre, le varie realtà parrocchiali, dai centri d’ascolto biblici al centro per anziani, dai centri d’accoglienza per bambini ai laboratori artigianali. E non sono mancati i momenti di scambi culturali, nei quali ciascun paese si è presentato con le proprie tradizioni, a ritmo di samba (è il caso dei Brasiliani) o a quello della tarantella (il caso dei Calabresi), mentre gli Argentini hanno contagiato tutti con il mate, la loro bevanda tipica, di cui anche il Papa ne va ghiotto, e i Guatemaltechi con i loro abiti colorati.
La settimana della gmg, invece, è stata caratterizzata dalla pioggia e dal freddo, secondo gli esperti i giorni della gmg sono stati i giorni più freddi del Brasile (dove è inverno) degli ultimi quarant’anni. Ma i 14 C° , la pioggia e l’interruzione della metro per un guasto tecnico non hanno scoraggiato i pellegrini che puntuali (o quasi) hanno raggiunto Copacabana, percorrendo circa 6 km a piedi, per partecipare alla Messa d’apertura, presieduta dall’arcivesco di Rio, Monsignor Orani João Tempesta: la fede è anche pazienza. Tra gli altri eventi della gmg c’è stata anche la partecipazione alla festa degli Italiani al Maracanàzinho, alla catechesi con Mons. Crociata, ma soprattutto l’evento più atteso è stato l’incontro con Papa Francesco. Le sue parole, semplici, toccano il cuore di ciascuno. Parla di Gesù come di un amico di cui bisogna fidarsi, al quale bisogna affidarsi perché «Lui non delude mai nessuno!». «Con la sua Croce - dice durante la Via crucis del venerdì - percorre le nostre strade e prende su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde». Infine quell’invito di ritornare a casa senza avere paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo. La vera missione, quindi, inizia tornando a casa. «Porto con me un mix di emozioni – dice Noemi - difficilmente spiegabili e cosí meravigliosamente percepibili. Una sola parola puó riassumere tutto: amore. Quell´amore disinteressato e fraterno che abbatte ogni barriera, che annulla ogni differenza, che unisce in Dio, rendendoci diversi ma uguali nel cuore. Quell´amore che io ho respirato in questi giorni indimenticabili».
Ed aggiunge Ester: «l’infinito amore del Cristo del Corcovado é sceso dalla montagna ed é venuto in mezzo a noi: Dio era lí e mi abbracciava». Si ritorna a casa, dunque, con la consapevolezza di essere amati da Dio e di dover contagiare tutti di questo amore. E in ciascuno risuona quella bellissima espressione con cui i Brasiliani sono soliti salutare: “Vai com Deus”, che significa “vai con Dio”.