I giovani della diocesi di Crotone – Santa Severina alla XXIX Giornata Mondiale della Gioventù
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. È stato questo il tema scelto da papa Francesco per la XXIX Giornata Mondiale della Gioventù, che come ogni anno si svolge, in tutte le diocesi, l’ultima domenica di Quaresima, in attesa dell’incontro mondiale dei giovani a Cracovia, nel luglio 2016. E anche i giovani della diocesi di Crotone – Santa Severina hanno partecipato a questo evento, organizzato dal Servizio di Pastorale Giovanile Diocesano e realizzato presso la Parrocchia San Paolo di Crotone. Il tempo inclemente, purtroppo, ha scoraggiato la partecipazione alla giornata e alla fine i giovani che coraggiosamente hanno sfidato la pioggia sono stati solo 84, provenienti non solo dalle parrocchie del capoluogo di Provincia, ma anche da San Mauro Marchesato e dalla più lontana frazione petilina di Pagliarelle.
La giornata è stata strutturata con lo sguardo rivolto alle varie realtà di povertà e di servizio verso l’altro, presenti sul nostro territorio: dal Centro di Ascolto per Immigrati alla Mensa per i Poveri “Padre Pio”, dal Centro Diurno Anziani di San Francesco alla Camper On the Road, e ancora dalla Coopertiva “Noemi” al Centro Diurno per Minori “Piccoli passi”, dalla Mensa per i Poveri di Santi Cosme e Damiano al Centro per Disabili Mentali “Giovanni Paolo II”, dal Centro Diurno per Disabili “Mariannina Agostino” allla Cooperativa sociale “Dalla parte dei ragazzi”. Si è deciso, quindi, di seguire il consiglio di papa Francesco, che nel suo messaggio rivolto ai giovani per questa Giornata ha scritto: “Riscoprire la cultura umana della solidarietà…imparare la saggezza dei poveri…vincere la tentazione dell’indifferenza…Dobbiamo imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la parola di belle parole sui poveri! Incontriamoli, guardiamoli negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo, di toccare la sua carne sofferente…”.
Il programma prevedeva, in origine, la visita dei giovani (divisi in gruppi) ai vari centri, ma le condizioni climatiche avverse hanno costretto i responsabili della Pastorale giovanile, diretti da don Luca Belcastro, ad un cambio di rotta e sono stati i membri dei vari centri a far visita ai giovani (sola la visita al centro per anziani è rimasta come da programma). I responsabili delle varie realtà hanno condiviso con i giovani la loro attività che quotidianamente e nel silenzio svolgono accanto ai più bisognosi: ragazze madri, bambini, anziani, malati, immigrati, poveri. I giovani sono stati profondamente colpiti dalle testimonianze dei tanti operatori sociali o semplici volontari che operano in una città, come quella di Crotone, povera economicamente, ma ricca di persone capaci di offrire un sorriso, un pasto caldo, una stretta di mano o più semplicemente persone capaci di ascoltare chi è nel bisogno, persone capaci di essere solidali, capaci di carità. “Molto spesso chi si dona all’altro, nel donare si arricchisce perché riceve tanto”. È quanto afferma Carmela, una delle volontarie del Centro Diurno Anziani di San Francesco, un centro gestito da oltre 30 volontari e frequentato, due volte a settimana, da circa 100 anziani. “Anziani sono all’anagrafe – sottolinea Carmela - ma giovanissimi nello spirito!”. Domenica scorsa, infatti, nonostante la pioggia, erano circa 60 gli anziani ad aspettare impazienti l’arrivo dei giovani, che sono stati accolti calorosamente con balli e canti e da un ottimo aperitivo, rigorosamente analcolico. Non sono mancati alcuni momenti commoventi, come la testimonianza di un anziano che ha raccontato la dolorosa esperienza degli anni della Seconda guerra mondiale (riportata integralmente in allegato).
Dopo la condivisione del pranzo e i giochi, animati dal gruppo Scout di San Paolo, la giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica, presieduta da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Domenico Graziani, il quale, ricordando nella sua omelia Giovanni Paolo II, il papa che ha inventato le Gmg (Giornate Mondiali della Gioventù), ha invitato i giovani ad evangelizzare altri giovani e a portare con gioia l’annuncio di Cristo, l’amico vero che non delude mai.
LETTERA AI GIOVANI
Cara gioventù,
quando mi è stato proposto di portarvi il saluto di questo Centro anziani, ho accolto questo invito con infinito piacere: parlare con voi significa riportarmi agli anni della mia giovinezza.La nostra, purtroppo, è stata una gioventùsofferta,travagliata, piena di miseria, di sofferrenza e di paura. La seconda guerra mondiale che noi abbiamo subito con profondo dolore ha lasciato in noi tristezza e indignazione. I nostri genitori non avevano niente da offrire ai loro figli, la fame e la paura erano accompagnati dalle sirene che annunciavano l’arrivo deglia aerei nemici che avrebbero bombardato la nostra città, causando morti e feriti. I generi alimentari sempre più scarsi, erano regolarmentati dalla tessera annonaria, e spesso bisognava rivolgersi al mercato nero per potersi sfamare. La guerra ha portato odio e vendetta tra fratelli di ogni genere. Quandofinalmente è arrivata la pace, molti di noi hanno scelto di trovare un lavoro all’estero, lasciando con dolore e tristezza i propri affetti, le amicizie e le famiglie. Oggi le cose sono un po’ cambiate, manca però quell’equlibrio che deve amalgamare le nostre generazioni. Noi abbiamo il dovere di trasmettervi tutto il sapere che l’esperienza della vita ci ha insegnato, voi invece avete il diritto di imparare e mettere in atto i disegni della vita cristiana che quotidianamente Gesù ci regala. Ora concludo, trasmettendovi il messaggio di un anziano perché possiate sentire al meglio il dolore che ci invade quando siamo indifesi e ci sentiamo soli, tristi e stanchi.
Se il mio incedere è incerto e le mie mani inabili, sorreggetemi.
Se le mie orecchie sono deboli e devono fare uno sforzo per udire la vostra voce, compatitemi.
Se la mia vista è imperfetta e il mio capire è più scarso, aiutatemi.
Se le mie mani tremano e rovesciano il vino sulla tavola, fate finta di non vedere.
Se mi incontrate per strada, fermatevi a chiacchierare con me.
Se mi vedete solo e triste, sorridetemi.
Se la terza volta in un giorno vi racconto la stessa cosa, abbiate pazienza.
Se mi comporto da bambino, circondatemi d’affetto.
Se sono infermo e ingombrante, assistetemi.