Nucera (Pdl): lo Stato invii in Calabria il Corpo Sanitario dell’Esercito per aiutare la Regione
“La sanità non può essere considerata solo una questione di numeri e calcoli di spese. I recenti casi di malasanità emersi dalla cronaca di questi giorni rivelano una difficoltà strutturale che va oltre l’impegno che medici e personale sanitario svolgono quotidianamente negli affollati reparti dei nosocomi calabresi, a cominciare dai Pronto Soccorso, alcuni dei quali, come sta avvenendo agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, sono ormai al collasso”.
E’ quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera, che propone l’istituzione di una task-force governativa, per superare l’emergenza del momento, causata da carenza di personale, e processi di riorganizzazione che seppure avviati ed ormai a pieno regime, non riescono a superare le criticità che derivano da decenni di gestione superficiale ed approssimativa di un comparto così importante.
“Il tavolo Massicci seppure attento all’evoluzione ed alla radicale trasformazione della sanità calabrese, non è riuscito finora a superare l’incancrenita e atavica situazione esistente in alcuni importanti ospedali della Regione con il risultato che molte volte è difficile andare al di là dell’ordinaria amministrazione. Sarebbe utile, in questa fase di aggiustamento in itinere dell’organizzazione sanitaria regionale – suggerisce l’on. Giovanni Nucera - l’intervento del Corpo Sanitario dell’Esercito, da impegnare soprattutto per assicurare una efficiente funzionalità dei Pronto Soccorso. Non è in discussione – precisa l’on. Nucera – la professionalità e la preparazione dei nostri medici, e la dedizione con cui svolgono il loro lavoro. Agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, per esempio, il reparto di Pronto Soccorso è costretto a fronteggiare giornalmente centinaia di interventi, anche a causa dell’assoluta assenza di una politica sanitaria del territorio che non da’ nessun aiuto alle strutture ospedaliere. La carenza di personale medico ha costretto i più volenterosi ed eroici a turni estenuanti ed insopportabili. Ma c’è il rischio che gli errori, le disattenzioni siano sempre in agguato. Circola voce, addirittura, che 9 medici su 12 di quel reparto abbiamo presentato certificati medici di malattia. E’ logico che davanti ad un quadro del genere la Calabria sia annoverata tra le Regioni con il più basso livello di erogazione dei livelli essenziali di assistenza, ma - come hanno rilevato le organizzazioni sindacali della sanità, nei giorni scorsi – sia prima per impegno, capacità e partecipazione del personale sanitario, ormai costretto, dappertutto, a lavorare in condizioni disumane”.
“Se di emergenza si tratta allora bisogna agire con misure d’emergenza. – afferma l’on. Giovanni Nucera – e l’utilizzo, in Calabria, nei reparti più delicati e impegnativi, di personale medico e di ausiliari del Corpo Sanitario dell’Esercito, mi sembra, al momento la cosa migliore da fare. Lo Stato – argomenta Nucera – non può solo imporre, come è giusto, regole e prescrizioni riguardanti il rientro del debito, o la regolarità e coerenza delle spese, ma deve fare la sua parte per assicurare, in questa fase di profonda e complessiva ristrutturazione della sanità calabrese, la piena ed efficace funzionalità dei servizi”.
“C’è un percorso in atto, articolato e complesso, che ha bisogno di tempo per liberare tutte le sue potenzialità in termini organizzativi e sanitari. E’ un’azione, quindi, che va sostenuta ed accompagnata, con un impegno che veda fianco a fianco, in un obiettivo comune di efficienza ed efficacia della sanità in Calabria, Stato centrale e Regione. E’ anche un modo questo per fronteggiare l’emergenza sanità che la Calabria si trascina da tempo, e tra mille difficoltà sta cercando di superare con scelte innovative, fatte anche di sacrifici, ma anche lungimiranza ed estremo rigore amministrativo e politico”.