Il fenomeno dell’emigrazione calabrese al Tg2 dossier
“PAPÀ PRESTAMI LA VALIGIA.” Questo, dunque, il titolo dello speciale TG2 Dossier di 46 minuti che è andato in onda lunedì 19 agosto alle ore 10:30 su Rai Due, in cui si è raccontato, in modo particolare, il fenomeno dell’emigrazione calabrese. La valigia non è più quella di cartone, i mezzi di trasporto non sono più quelli di una volta, il biglietto si può acquistare direttamente su Internet. Eppure si parte, ancora oggi, come 40 anni fa, per trovare un lavoro altrove, lontano dalla propria terra di origine e dagli affetti familiari. Formazione e professionalità riempiono, ora, il bagaglio, anche se non più di cartone! La disoccupazione era ed è il motore che spinge i giovani laureati ad imitare i propri genitori: partire per costruirsi un futuro. Storie ed esperienze sempre più comuni che il TG2 Dossier, il noto e seguito settimanale RAI di approfondimento, inchieste e reportage ha raccolto nelle scorse settimane tra l’Area Urbana Rossano-Corigliano ed il basso ionio, nel viaggio da Rossano in Germania, a bordo dello storico autobus rosso della Simet. La giornalista Rai Sandra Bartolin risale, infatti, su quello stesso autobus che, nel lontano 2001, la portò da Rossano a Francoforte per verificare dalla voce viva degli emigranti, durante le 26 ore di viaggio, cosa è cambiato rispetto a quegli anni. Allora si documentava la difficoltà di alcuni emigranti partiti per la Germania, di tornare qui in Italia per completare il percorso lavorativo intrapreso all’estero ai fini pensionistici. Oggi il filo rosso e' diverso.
Si emigra per studio e formazione, per trovare lavoro, da professionisti. Una novità rispetto al passato, come documentato dai dati forniti dai centri per l’impiego di Rossano e Corigliano: se prima si preferiva trovare lavoro praticamente sotto casa, oggi si registra una maggiore disponibilità alla mobilità. È il caso di Giuseppe Scura, rossanese, ingegnere civile formatosi prima all’Unical, poi al Politecnico di Torino e per elaborare la sua tesi negli USA. A pochi mesi dalla laurea è stato chiamato a lavorare a Vienna in una multinazionale. Giuseppe e Mariateresa, la sorella biologa laureatasi anche lei all’Università della Calabria con il massimo dei voti, lavora tanto ma viene pagata poco. Anche la sua condizione di donna calabrese non le ha del tutto permesso di puntare subito all’estero, ma ha incoraggiato il fratello a partire per realizzare un sogno che, dunque, è anche un po’ il suo. Il padre è partito anni fa con la “valigia di cartone” e il Crotone-Milano. Giuseppe partirà ora in aereo e con l’umiltà trasmessagli dal genitore. La Bartolini, accompagnata dall’operatore Agostino Fuscaldo, ha raccolto 30 testimonianze in 4 giorni tra Rossano, Corigliano, Cariati, Acri, Sicilia, Stoccarda, Monaco e Francoforte. A Cariati, seduti al tavolino di un bar ascolta e registra le esperienze di Andrea Calabrò, nato ad Hagen in Germania da genitori cariatesi emigrati, il padre operaio in una fabbrica di cioccolato, la mamma inserviente, da qualche anno è docente ordinario di economia e management presso una prestigiosa università tedesca. C’è Cataldo Primocerio, con 20 anni di esperienza nel campo della ristorazione all’estero, titolare di una pizzeria nel centro storico.
E' rimasto nel borgo antico sullo ionio per curare, con l’aiuto della famiglia, la sua attività anche Giuseppe Milillo. Tommaso Dell'Anno, si è laureato in ingegneria informatica, ma la sua terra non gli consente di trovare un’occupazione e la possibilità di crescita. Passa da stages a corsi di formazione vari in attesa di tempi migliori. Storie di persone costrette a lasciare, purtroppo, i loro rispettivi luoghi di nascita in cerca di fortuna altrove, al fine di riuscire a realizzare i propri sogni lontano dalla Calabria. Un fenomeno in crescita che, ad ogni modo, deve far riflettere l’intera classe politica italiana, in cui tanti giovani, ancora oggi, lasciano l’Italia per assicurarsi un domani ed un futuro migliore.