Papa (Mpa): “No io non scappo, Tirreno e Calabria unica via”
“Dai problemi non si scappa, tra il fuggire da quest’inferno ed il lasciarsi lambire e coinvolgere, inermi e spettatori da tali fiamme distruttive esiste una terza ed unica via, la rivolta delle menti di ogni cittadino ormai stanco di assistere al continuo arrembaggio”. E’ quanto scrive in una nota Raffaele papa, coordinatore provinciale Mpa.
“A tutti noi residenti e perpetui dimoranti in questo lembo di terra- continua Papa - quanto ci costano i mesi estivi in qualità della vita?
La natura ci ha donato mare, spiagge, colline, monti, habitat naturali che volentieri vogliamo mettere a disposizione di tutti a condizione però che questo significhi occasione di crescita, sviluppo, lavoro per un territorio diversamente povero e abbandonato, non possediamo altro.
È l’intera Calabria in queste condizioni, ma non si riesce o vuole rendere effettivo e sostanziale un potenziale enorme.
Le responsabilità ci sono eccome e dobbiamo tutti iniziare e dirle e ribadirle senza alcun timore.
Da sempre questa regione è asservita al potere economico e politico di una ristretta cerchia di classe dirigenziale e politica autoreferenziale e dedita al nepotismo, di destra, di sinistra e di centro, senza alcuna distinzione di maggioranza e opposizione, tutti intenti a preservare i propri spazi e orticelli e senza mai essere fautori di proposte e battaglie serie e lungimiranti per paura di perdere sacche di clientele.
La Calabria è stata governata da ogni schieramento ed ognuno non ha mai prodotto progresso per i cittadini calabresi, ma solo per i propri appartenenti.
Una Calabria fanalino di coda in tutto, sempre asservita ai voleri romani e alle lobbie affaristiche che la vogliono nell’indigenza e semplice consumatrice del nord d’Italia.
Il Turismo quale industria e possibilità di sviluppo e ricchezza non è mai esistito a nessun livello istituzionale a partire dai comuni per finire al consiglio regionale, se non per qualche trovata pubblicitaria.
È assai grave e nessuno lo rileva a livello istituzionale che la nostra università della calabria continua a sfornare laureati che per la tipologia delle specializzazioni, mai avranno la possibilità di incidere sulle nostre realtà territoriali, specialisti che potranno lavorare dappertutto compreso l’estero ma non in questa terra; è grave che la regione Calabria continui ad erogare decine e decine di milioni di euro per incarichi e consulenze esterne che poco o nulla hanno a che fare con la tutela e lo sviluppo di un territorio vocato al turismo e che nessuna opposizione li contesti; è grave che sindaci e amministrazioni comunali continuino a spendere risorse per feste e passerelle dei soliti noti deputati parlamentari e regionali e non dedichino un euro alla salvaguardia e decoro dei proprio territori; è grave che in questa regione chiunque arrivi comandi, specie nei mesi estivi, non essendo nella condizione di monitorare ne territori ne persone; è grave che si assiste continuamente all’improvvisazione, al tirare a campare, a sparse e singole iniziative mai coordinate tra loro e senza un sistema organizzato che le Istituzione dovrebbero regolare.
Il problema è innanzitutto politico, di una politica, arruffona, qualunquista, clientelare che non riesce a guardare oltre il proprio naso ed interessi, senza idee e progetti per un altro sud, che non sa scegliere e non vuole il benessere di tutti.
Ma è anche un problema di cultura, di mentalità, di chi non ama le proprie radici, il proprio territorio e non ne sente di appartenere, ospitali si ma non schiavi degli invasori che non riconoscono la nostra accoglienza.
No, io non scappo, rimango a combattere per una rivolta delle menti, la sola che può determinare il cambiamento, lo sviluppo, il progresso, il lavoro”.