Radicali. Eroi: “Farò parte della squadra per salvare i Referendum”
“Ho iniziato a organizzare i referendum con Mariotto Segni ed ho sposato la causa dei Radicali già con la raccolta e l’autentica delle firme per le elezioni di Camera e Senato lo scorso anno. Per questi motivi sono un volontario nel nuovo comitato della raccolta firme al Referendum dei Radicali e farò parte della squadra per “salvare” i Referendum che si insedierà a Roma dal 16 settembre, giorno in cui i comuni termineranno di raccogliere le firme e le spediranno a Roma. - È quanto scrive in una nota Antonio Eroi, Presidente del Consiglio provinciale di Reggio Calabria - Ma fino all’ultimo giorno, lavorerò a Roma perché sono convinto della bontà dei quesiti referendari.
Inoltre, - continua Eroi nel comunicato - potrò essere di aiuto nel disbrigo delle pratiche burocratiche, vista la lunga esperienza nella presentazione delle liste e dei referendum ed alla luce del mio recente incarico quale osservatore europeo nelle ultime elezioni di marzo 2013 in Macedonia (FYROM), anche se il lavoro consisterà soltanto nel controllare firma per firma e i dati prima che i moduli vengano consegnati in Cassazione. Insieme possiamo raggiungere questo importante risultato ma è necessario effettuare scrupolosamente i controlli dei moduli per non rischiare di cancellare il lavoro di questi mesi e non consegnare le firme in Cassazione.
È una grande responsabilità che accetto ben volentieri anche perché oltre ai quesiti sulla responsabilità civile dei Magistrati e sui Magistrati fuori ruolo, ce ne sono altri sui quali ci stiamo battendo da tempo. Mi riferisco alla abrogazione della pena dell’ergastolo in quanto la detenzione, secondo la Carta costituzionale, deve avere come finalità la rieducazione del condannato: è un principio di civiltà giuridica in clamorosa contraddizione con il carcere a vita. E poi vi è quello contro l’abuso della custodia cautelare (da limitare ai soli reati gravi): attualmente migliaia di cittadini vengono arrestati e restano in carcere in attesa di processo o di una sentenza definitiva, per mesi o anni, in condizioni incivili; la carcerazione preventiva si è trasformata, con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, in vera e propria forma di anticipazione di pena. Ho firmato sin dal primo momento i quesiti referendari e partecipo alle iniziative di informazione perché confido nel successo dell’iniziativa, che ove andasse in porto, assicurerebbe agli italiani maggiori diritti e libertà.”