Potenziamento servizio idrico: a Serra San Bruno 250 mila euro al litro
“Ha tutto il sapore della presa in giro quanto l’amministrazione comunale serrese sta tramando a danno della salute e delle tasche dei propri cittadini. - È quanto scrive in una nota stampa il Comitato Civico pro Serre - Il 3 ottobre 2012 il Dipartimento 9 della Regione Calabria, ha assegnato al Comune di Serra San Bruno un prestito di 250.000 euro da impiegare in un progetto denominato “Potenziamento della rete idrica comunale”, che avrebbe dovuto ridurre l’approvvigionamento dal velenoso Alaco ed aumentare, di conseguenza, l’utilizzo di acqua delle nostre montagne.
A distanza di ben tre mesi dalla data di approvazione del progetto esecutivo da parte della giunta comunale (delibera n.99 del 16.06.2013), grazie ad una richiesta di accesso agli atti amministrativi, siamo riusciti ad ottenere tutti i documenti afferenti al progetto in questione.
Come si legge negli atti da noi richiesti – ed in particolare nella relazione idrogeologica del Dott. Mariano Bellezza – “i volumi d’acqua estratti nell’unità di tempo pari alla portata massima dei pozzi in questione sono risultati essere di poco più di 1 litro/secondo”. Per capirci meglio, se un privato volesse costruire un pozzo idrico per la propria abitazione, con una spesa di poco superiore ai 4.000 euro, riuscirebbe a captare quasi 2 litri d’acqua al secondo.
Il Comune di Serra San Bruno, per un solo litro d’acqua, sta spendendo ben 250.000 euro.
I lavori - continua il Comitato - saranno effettuati in zona “Castagnari-Pietre Bianche” a sud-est del centro abitato, in un luogo in cui esiste già un serbatoio comunale alimentato da due pozzi (uno dei due, obsoleto, dovrà essere ripristinato proprio tramite l’intervento in questione).
Non si capisce, allora, piuttosto, perché non si adoperi la somma di gran lunga minore necessaria per ripristinare i pozzi - ed il serbatoio annesso - ubicati in zona “Scorciatina” di una portata di circa 8 litri d’acqua al secondo che al momento si disperdono inutilmente nel terreno e che porterebbe nelle casse del Comune un risparmio stabilito dalla Corte dei Conti nella relazione del 5 dicembre 2011 di oltre 90.000 euro all’anno.
Insomma, - si legge ancora nel comunicato - per un solo litro d’acqua al secondo, stanno indebitando per un decennio e mezzo l’ente comunale. Perché i 250.000 euro non sono un generoso regalo a fondo perduto figlio della benemerenza del governatore Scopelliti, né di qualche suo fedele adepto, né sono frutto della presunta proficuità del tanto sbandierato binomio Regione-Comune. Si tratta piuttosto di un vero e proprio prestito che il Comune di Serra San Bruno (o meglio i serresi) dovrà restituire nell’arco di 15 anni (16,6 mila euro all’anno), cosa che vincolerà quindi le casse comunali per 3 lustri, andando ad incidere corposamente sulle tasse a danno della cittadinanza.
Ancora una volta, nella totale indifferenza della minoranza e dei partiti politici di opposizione, la nostra amministrazione sta danneggiando il diritto all’acqua e la salute dei cittadini.”