Congresso Pd. La Mozione Civati non si adegua al partito delle larghe intese
«I problemi della Calabria e del Paese, il rinnovo del Pd e della sua classe dirigente al centro del confronto politico». E' quanto scrive il comitato per Pippo Civati.
«Noi - continua il comitato - non ci adeguiamo al partito delle larghe intese. Ci differenzieremo, quindi, con coerenza anche in questo, rispetto alle altre mozioni congressuali. Nel corso del Congresso parleremo prevalentemente della Calabria e dell’Italia, esprimendo quelle che sono le nostre idee per alleviare e tentare di risolvere le tante problematiche con cui la stragrande maggioranza dei cittadini devono quotidianamente fare i conti. Civati, ha lanciato a livello nazionale la sfida del cambiamento e noi lo sosterremo con forza anche in Calabria». La mozione Civati - organizzata ormai in tutte e cinque le province calabresi - si impegna, dunque, a innovare il Pd. A rinnovare - anche attraverso proprie candidature - la sua classe dirigente e costruire così un nuovo partito realmente democratico.
I civatiani calabresi, riunitisi a Lamezia, nella sede regionale del Pd, alla presenza dei responsabili regionali della Mozione Pasquale Petrolo e Peppuccio De Vuono, intendono avviare «Un progetto politico in grado di cambiare realmente le cose, di dare voce a nuovi linguaggi e a una nuova metodologia politica, che non guardi solo ai risultati elettorali, al potere fine a sé stesso, ma affronti e cerchi di risolvere i problemi urgenti della Calabria».
Quella di Giuseppe Civati è - a loro avviso - la Mozione congressuale più credibile. «Intendiamo costruire in Calabria un partito che crei attorno a se l’alternativa al centrodestra di Scopelliti. Un Pd chiaro nei contenuti, trasparente nelle scelte e capace di interpretare i veri bisogni collettivi calabresi».
Gli esponenti della mozione Civati non intendono smettere di indignarsi per una situazione politica nazionale che non li rappresenta e i cui contorni si fanno sempre più confusi e sottolineano la loro contrarietà alla stagione delle larghe intese. Una posizione, tra l’altro, chiaramente ribadita, anche pochi giorni fa, da Pippo Civati con la non partecipazione al voto di fiducia al Governo.
«Lavoriamo pertanto a un partito che sia alternativa, che sia cambiamento. Un Pd che renda leggibile la discussione al suo interno e che sia permeabile alle discussioni in corso nel Paese, che tratti una serie di questioni quali: la disoccupazione giovanile, il Mezzogiorno, l’acqua pubblica, i beni comuni, internet, il reddito minimo di cittadinanza».
Così come più volte ribadito da Civati: «Siamo il Partito Democratico e vogliamo rappresentare la sinistra, intessendo un dialogo proficuo con Sel e con chi a sinistra lavora da anni come Rodotà (con il quale manifesteremo a Roma, il prossimo 12 dicembre, a difesa dei valori costituzionali) affinché l’Italia torni ad essere realmente guidata dalla sua Costituzione e dai suoi principi fondamentali quali il diritto al lavoro, all’istruzione e alla salute».
Il Pd calabrese se vuole davvero il bene della Calabria, - concludono gli esponenti regionali della Mozione Civati - deve in questo Congresso aprirsi, mettersi in discussione e favorire la partecipazione di vecchi e nuovi tesserati, dei volontari e del mondo dell’associazionismo, sprigionando tutta la passione e le energie che questo variegato mondo riesce ancora a catalizzare». Nel corso della riunione politica hanno dato il loro contributo alla discussione: Giovanni Caporale, Renzo Russo, Teresa Massimilla, Alessandro Santaguida, Davide Dionesalvi, Pino Le Fosse, Marco Parlato, Alessandro Sestito, Domenico Terranova, Salvatore Pagnotta e Stefano Ritacco.