Lettere. Unical, P2 Occupata: “gli obiettivi sbagliati di Stella”
Riceviamo e pubblichiamo.
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La polemica si diffonde. Gian Antonio Stella scrive agli studenti dell'Università della Calabria per “fargli aprire gli occhi” sulle pessime condizioni del loro Ateneo. Questa sembra essere la morale: non protestate contro i ministri, ma denunciate le problematiche del vostro campus. Il tutto condito da un po' di criminalizzazione di chi protesta e una buona dose di superficialità per le cose “a sud di Roma”. Cose che non passano mai di moda.
Ma qual è lo scopo reale di queste critiche? Magari denunciare la malsana situazione in cui versa la formazione pubblica in questo paese e in particolare al sud? Oppure esortare le nuove generazioni a battersi per le loro condizioni e per i loro diritti? Evidentemente nessuna delle ipotesi è quella giusta. Con poco sforzo “giornalistico”, Stella raccoglie quattro dati e li espone in maniera incompleta e palesemente strumentale, in modo che persino il contestatissimo Latorre riesce a dimostrarne con tutta evidenza, nel suo comunicato, la faziosità. Proprio quel rettore uscente che se ne va lasciando certamente una gestione lontana dall'essere collegiale o “partecipata” dalla comunità universitaria e sicuramente una amministrazione non incentrata sui bisogni degli studenti.
Non è da oggi che noi, come studenti di questa università, denunciamo questa realtà. Non solo. Come sollevato anche da altre parti, questo Ateneo vive nella poca trasparenza di atti e percorsi politici importanti come la gestione del Campus, ma anche la riscrittura degli statuti e dei regolamenti o il passaggio da facoltà a dipartimenti. Se non vengono nemmeno informati, lasciamo a Stella immaginare quanto vengono effettivamente coinvolti gli studenti nella gestione del luogo in cui studiano e vivono e quanto realmente contano nelle decisioni che tanti ostacoli e disagi stanno provocando ai percorsi formativi. In più, manca ancora una strategia almeno decente che impegni i centri di formazione e istituzioni locali e nazionali per far fronte agli abbandoni ed ai problemi economici degli studenti calabresi.
Il doversi adeguare ciecamente a leggi ingiuste calate dal ministero, per riuscire a tenere la baracca aperta e sperare di rientrare nell'aberrante meccanismo degli atenei "virtuosi", ha il risultato di rendere sempre più difficile l'erogazione di didattica, la quale, al contrario di quanto possa pensare il giornalista che non conosce da vicino, e nemmeno da lontano, il nostro ateneo, riesce ancora, nonostante tutto, a "preparare laureati" di qualità. Tanti "cervelli in fuga" che non riescono a trovare spazio lavorativo non solo in Calabria, ma nell'Italia intera, la quale sembra si impegni a preparare professionisti e ricercatori a servizio degli stati esteri, il tutto con benefici e borse di studio che scompaiono all’orizzonte.
E allora viene da pensare che le fila dell'articolo le muovesse qualche bega sottobanco, piuttosto che “gli obiettivi sbagliati degli studenti”, andando contro il bene di una Università. Soprattutto un ateneo, come quello calabrese, la cui efficienza e capacità dobbiamo difendere e incentivare perché tanto può fare per l'incontro, la formazione e la crescita della nostra Calabria.
Se fosse questo il suo interesse, abbiamo noi dei suggerimenti da dare a Stella. I veri responsabili dello sfacelo dell'istruzione pubblica non sono certo da ricercare negli studenti che invece di studiare fanno proteste contro “obiettivi sbagliati”. Invitiamo Stella a puntare sugli obiettivi giusti: chi ha gestito l'università e la gestisce ancora sta sacrificando la formazione e la svende per pochi spicci. Senza dimenticare chi colpevolmente si adegua e, anche all'interno e nei posti di responsabilità di questo ateneo pubblico, china il capo a queste logiche. Proprio noi studenti ci siamo battuti e continuiamo ad essere in campo per l'UniCal, anche mentre altri intellettuali giornalisti hanno smesso di interessarsi alla “notizia del giorno”.
Laboratorio Politico P2 Occupata,
Cubo 40 C, Università della Calabria, Rende (CS)
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