Operazione Crimine, arrestato a Roma latitante venezuelano
Era ricercato dal luglio 2011, C.E.J.S, 43enne venezuelano ritenuto contiguo alle potenti cosche di ‘ndrangheta Aquino-Coluccio, arrestato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma in un hotel nella zona Flaminia. In particolare, nell'ambito delle quotidiane attività di monitoraggio tese a verificare la presenza di elementi di consorterie criminali sulla piazza capitolina, le Fiamme Gialle del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno individuato il ricercato.
L'uomo era fuggito all'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per traffico di sostanze stupefacenti emessa dal tribunale di Reggio Calabria. In tale contesto, nell'ambito dell'operazione denominata "Crimine 3", venne fatta luce su una complessa struttura criminale transnazionale, dedita al traffico di cocaina, metamfetamine e cannabis tra il Sud America, il Nord America e l'Europa, documentando le proiezioni statunitensi della cosca Aquino-Coluccio, egemone nel territorio di Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), che attraverso una componente radicata a New York si riforniva di narcotico dal Cartello del Golfo e dalle squadre di mercenari paramilitari dette "Los Zetas", egemoni in Messico.
L'intervento dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria ha posto fine alla lunga latitanza del 43enne che cercava di giustificare la sua presenza a Roma con la volontà di ampliare i propri business commerciali in Italia, essendo titolare in Venezuela di una ditta attiva nel settore dell'edilizia.
L'uomo non ha però considerato che, ormai da tempo, su precise direttive della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono in corso capillari controlli su tutto il territorio della Capitale tesi a evidenziare la presenza soggetti legati ad ambienti di criminalità organizzata. A tal proposito, l'inverosimile versione fornita dallo stesso, è apparsa ai Finanzieri del Gico sin da subito illogica e incongruente.
L'odierna operazione conferma il ruolo centrale della Capitale non solo quale luogo di "ricovero" di latitanti, rispetto alla possibilità di facilmente mimetizzarsi, attese le dimensioni della grande metropoli, ma anche quale piazza privilegiata su cui reinvestire gli enormi capitali illecitamente acquisiti, soprattutto attraverso grandi operazioni di narcotraffico internazionale. Il latitante è stato associato alla casa circondariale di Roma Regina Coeli, a disposizione delle autorità giudiziarie di Roma e di Reggio Calabria. (AGI)