Bonifica: 500 crotonesi chiedono spiegazioni al presidente della Calabria
“Alcuni se lo ricordano, altri non ne hanno mai sentito parlare; altri ancora, invece, l’hanno definita la pagliacciata d’estate: il governo Scopelliti nel caldo dello scorso agosto ha ridotto di ben 35 milioni di euro i fondi destinati alla bonifica dei suoli crotonesi, e in particolar modo dell’area Antica Kroton.
Stanchi dei Soliti non ha badato al caldo della bella stagione: abbiamo preparato un’interrogazione a Scopelliti chiedendogli per quale folle ragione abbia optato per la riduzione di 35 milioni di euro all’interno di uno dei siti più inquinati di Italia, quale è quello di Crotone.” – È quanto si legge in una nota del movimento crotonese che continua – “L’abbiamo fatto con il supporto dei commercianti della città, i quali hanno esposto nei loro negozi un modulo di raccolta firme allegato all’interrogazione.
In 500 cittadini hanno firmato la nostra lettera indirizzata al governatore della Calabria, e il risultato raggiunto è soltanto frutto dell’impegno dei gestori di bar, pizzerie e negozi vari che hanno invitato i loro clienti a firmare la seguente lettera:
Presidente Giuseppe Scopelliti,
a seguito della decurtazione dei 35 milioni di euro destinati alla bonifica dei suoli crotonesi, i cittadini di Crotone le rivolgono le seguenti domande:
1) Dato che Crotone è una delle principali città d’Italia in cui necessitano urgenti interventi di bonifica-si veda l’inclusione del nostro territorio nei siti di interesse nazionale – non considera vergognosa la drastica riduzione delle risorse predestinate ai terreni da bonificare e, pertanto, necessaria una revisione alla delibera di giunta adottata il 29 luglio scorso?
Conosciamo bene le esigenze ed i vincoli di bilancio delle Regioni italiane, imposti talvolta dal governo centrale talvolta dalla politica economica europea. Ma interventi come quelli della bonifica sono strettamente correlati alla salute dei cittadini e pertanto devono oltrepassare qualsiasi ostacolo di natura finanziaria.
Com’è noto, ogni Regione italiana è dotata di autonomia di entrata e di spesa: nel 2011 la spesa totale della Regione Calabria ammontava a 11 miliardi di euro, tra cui ben 600 milioni di euro impiegati nei Servizi Generali (funzionamento giunta e consiglio regionale, indennità dei consiglieri, consultazioni popolari, spese del personale, consulenze etc.). La Regione Liguria, invece, che ha un numero di abitanti simile a quello della Regione Calabria, spende complessivamente per i Servizi Generali nettamente di meno: 267 milioni di euro, cioè meno della metà di quanto spende la Regione Calabria (600 milioni).
A fronte di tali constatazioni oggettive (vedi conto consuntivo Regione Calabria 2011 e Regione Liguria 2012) siamo estremamente convinti che i 35 milioni di euro, decurtati dai 100 milioni di euro complessivi per gli interventi di cui sopra, possano essere reperiti in settori differenti rispetto a quelli connessi alla salute pubblica oppure attraverso una maggiore accuratezza negli impieghi di spesa.
2) In merito al riutilizzo dei 35 milioni decurtati, c’è una incongruenza di fondo tra le dichiarazioni della vicepresidente della Regione- la quale sostiene che tali fondi saranno destinati «ad un altro importante progetto correlato, che abbia come finalità prioritaria l’incremento dell’occupazione stabile sul territorio di Crotone»- e la delibera di revisione della spesa adottata dalla giunta regionale-che evidenzia che i fondi saranno impiegati «per far fronte alle varie criticità finanziarie emerse in relazione alla copertura del debito sanitario, alle esigenze legate al trasporto pubblico locale e allo scopo di partecipare agli obiettivi di finanza pubblica».
Considerate le incongruenze di cui sopra, chiediamo delle delucidazioni in merito al riutilizzo dei fondi in oggetto: saranno impiegati per lo sviluppo occupazionale della nostra città o vi sarà una dispersione di tali fondi sull’intero territorio regionale?
3) Alcuni studiosi dall’archeologia- e in particolare l’archeologa Margherita Corrado- hanno manifestato delle perplessità relativamente agli scavi da effettuare nell’ex area industriale. Tale area rappresenta soltanto uno dei quartieri dell’Antica Kroton e i plausibili ritrovamenti pare suscitino interesse più per gli archeologi che per i turisti. In altre parole, i reperti archeologici dell’Antica Kroton potrebbero avere un impatto turistico fortemente limitato.
Anche quest’ultime constatazioni sono incongruenti rispetto alle recenti dichiarazioni della vicepresidente della Regione Antonella Stasi, la quale sostiene che il progetto Antica Kroton «si proietta a diventare meta turistica internazionale».
A fronte delle perplessità succitate, i firmatari richiedono che sia istituito un tavolo partecipato permanente, composto da liberi cittadini, archeologi e rappresentanti istituzionali dei vari livelli di governo, al fine di ridefinire obiettivi e risorse da destinare al progetto in questione.
Le operazioni di scavo non devono tradursi soltanto nella mera collocazione dei disoccupati in graduatoria , ma devono essere strettamente connesse allo sviluppo economico di Crotone; perseguendo dunque non soltanto obiettivi occupazionali per i 400 addetti ai lavori, bensì benessere per l’intera popolazione. Benessere che, stando all’attuale formulazione del progetto, appare sempre più lontano.
È possibile prendere visione dei moduli di raccolta firme presso la sede di Stanchi dei Soliti”.