Beni per 5 mln confiscati ai fratelli di Antonino Lo Giudice
La polizia di Reggio Calabria, a conclusione di una complessa attività d'indagine condotta dalla Squadra mobile e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, sta eseguendo la confisca di beni, del valore di 5 milioni di euro, nei confronti di alcuni esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Lo Giudice.
La confisca è stata fatta in esecuzione di una sentenza emessa del Gup di Reggio Calabria e riguarda immobili, società e ditte individuali, tutte con sede a Reggio Calabria, che i Lo Giudice avrebbero attribuito fittiziamente a terzi soci accomandatari, accomandanti ed intestatari presumibilmente al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali. Gli effettivi proprietari sarebbero Domenico e Giovanni Lo Giudice, fratelli di Antonino, ex collaboratore di giustizia, arrestato il 15 novembre scorso dalla Squadra mobile di Reggio dopo oltre cinque mesi di latitanza.
h 10:08 | Nello specifico la confisca riguarda: la ditta CO.PLA.SUD s.a.s. con sede a Reggio Calabria che opera nel “commercio di prodotti congelati e surgelati di carne e pesce”; un magazzino intestato alla CO.PLA.SUD; la ditta individuale INGRAL.SUD, con sede a Reggio che opera nel “commercio all'ingrosso non specializzato di prodotti alimentari, di uova, latte, latticini, ed altro”; un terreno ed annesso immobile nella frazione Gallina intestato a G.R.T., 43enne moglie di Domenico Logiudice, 45 anni; il “Bar Onda D’oro” intestato alla ditta individuale “Maviglia Antonia”.
La sentenza emessa il 28 novembre scorso, ha condannato Domenico e Giovanni Logiudice, fratelli del capocosca Antonino, a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, invece i coniugi Bruno Stilo e Antonia Maviglia, anch’essi – secondo gli inquirenti - organici al medesimo sodalizio criminale, sono stati condannati alla pena di 3 anni di reclusione per intestazione fittizia del Bar “Onda D’oro” ed all’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici, tutti indistintamente beneficiando della diminuente conseguente alla scelta del rito procedurale, nonché, a pena espiata, tutti saranno sottoposti alla misura di sicurezza della libertà vigilata e del divieto di soggiorno nella Provincia di Reggio Calabria per 3 anni.