‘Ndrangheta: estorsioni a imprenditori del nord, blitz in Lombardia
Blitz antimafia stamane in Lombardia. Nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Milano persone ritenute vicine al clan di 'ndrangheta dei Mancuso di Limbadi accusati di estorsione ai danni di imprenditori del nord, con l'aggravante del metodo mafioso.
Nell’ambito dell’operazione denominata “Grillo parlante 2” sono stati eseguiti diversi arresti e perquisizioni da parte dei carabinieri anche nel sud Italia.
09:10 | I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno arrestato otto persone. L'indagine, è il seguito dell'attività investigativa che si era conclusa nell'ottobre del 2012, quando erano stati arrestati 23 soggetti appartenenti alla stessa organizzazione per attività - si legge nell'ordinanza - "relative all'infiltrazione mafiosa del tessuto economico imprenditoriale locale".
12:36 | SEQUESTRI A PRESUNTO PRESTANOME DEL CLAN MANCUSO
Gli otto arresti, dicono gli investigatori, avrebbero svelato svariati episodi di estorsione aggravata da parte di esponenti del clan Mancuso e di altri indagati che, pur non essendo inseriti in maniera organica nel sodalizio, ne avrebbero favorito l'intervento per ottenere il recupero di crediti vantati nei confronti di terze persone, consapevoli della caratura criminale della 'ndrina originaria di Vibo Valentia.
L'operazione di oggi, denominata "Grillo Parlante 2", è la seconda vasta operazione contro il clan Mancuso dopo quella conclusasi nell'ottobre 2012 con 23 arresti, e metterebbe in luce ancora una volta la capacità di infiltrazione della 'ndrangheta nel settore economico- imprenditoriale lombardo.
All'attività hanno preso parte cento carabinieri impegnati in varie province del territorio nazionale in perquisizioni e sequestri di materiale probatorio. Nell'ambito dell'operazione, tuttora in corso, spicca la figura di M.D., un pluripregiudicato 60enne originario di Vibo Valentia, la zona dei Mancuso, che tramite intestazioni fittizie gestiva immobili e terreni riconducibili alle attività illecite dell'organizzazione mafiosa.
A M.D., che - secondo gli inquirenti - ricopriva il ruolo di vero e proprio prestanome della cosca, sono stati sequestrati 2 capannoni industriali, 10 appartamenti, 3 villette e 13 terreni agricoli ubicati nei Comuni di Cuggiono, Boffalora Ticino, Renate Ticino, Castano Primo e Robecchetto con Induno, per un valore complessivo superiore ai tre milioni di euro. (AGI)
h 16:18 | Gli inquirenti spiegano che mentre con l'operazione del 2012 si mettevano in luce i presunti rapporti tra gli aderenti alla cosca di Limbadi e gli esponenti del mondo politico lombardo, stavolta è il turno degli imprenditori.
In una Lombardia strangolata dalla crisi, in cui è sempre più difficile ottenere credito dalle banche, i piccoli imprenditori dell'hinterland che dovevano riscuotere denaro da altri imprenditori trovavano più rapido e sicuro rivolgersi alla criminalità organizzata.
In una sorta di "cessione del credito alla malavitosa", gli uomini del clan Mancuso si presentavano così ai debitori, raccontavano di essere subentrati ai legittimi titolari del denaro, e riscuotevano il debito trattenendo per sé il 50% del totale come commissione per il servizio svolto. Le indagini dimostrano che gli 'ndraghetisti non avevano neanche bisogno di esercitare la violenza, e per convincere i debitori inadempienti bastava presentarsi come appartenenti all'organizzazione, con tutto il carico di pericolosità e potenza criminale che circondava il nome dei Mancuso.
Tutti i crediti riscossi con questo metodo dall'organizzazione andavano dai 3mila ai 12mila euro, e se gli episodi messi in luce incontrovertibilmente sono solo cinque, nel circuito sono coinvolti a vario titolo una sessantina di imprenditori, a riprova - dicono sempre gli investigatori - di quanto fosse diffusa l'omertà nell'ambiente.
Gli arrestati sono Sabatino Di Grillo, 38 anni, già detenuto nel carcere di Opera nell'ambito dell'operazione precedente, ritenuto l'elemento di maggiore spessore criminale, e Vincenzo Evolo, 51 anni, anch'egli già detenuto. Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Crivaro, 44 anni, e Mauro Mussari, 50 anni. L'unico soggetto a piede libero era Rocco Barbaro, 41 anni, fermato vicino a Roma mentre tornava in Calabria. Per altri personaggi, anch'essi di origine calabrese, è stato disposto l'obbligo di firma.
Ma le indagini non si fermano qui: in queste ore spicca infatti la figura di M.D., un pluripregiudicato 60enne originario di Vibo Valentia che tramite intestazioni fittizie gestiva immobili e terreni riconducibili alle attività del clan Mancuso.
A M.D. sono stati infatti sequestrati preventivamente, in attesa della confisca, 2 capannoni industriali, 10 appartamenti, 3 villette e 13 terreni agricoli ubicati nei comuni di Cuggiono, Boffalora Ticino, Renate Ticino, Castano Primo e Robecchetto con Induno, per un valore complessivo superiore ai tre milioni di euro.
h 18:26 | È considerato "il più autorevole esponente in Lombardia della cosca Mancuso" di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, Sabatino Di Grillo, 38 anni. Proveniente da Limbadi, ma residente da un paio di anni a Cuggiono (Mi), Sabatino Di Grillo, già arrestato nell'ottobre 2012, è figlio di Rosaria Mancuso, sorella dei boss Giuseppe (che sta scontando l'ergastolo), Diego e Francesco (in carcere per condanne definitive per associazione mafiosa).
L'inchiesta odierna ha ricostruito a ritroso i legami di Di Grillo con la famiglia di origine, già emersi nel processo "Dinasty" contro i Mancuso celebrato a Vibo. Di Grillo appartiene a quella che il gip definisce come "ala scissionista della potente famiglia dei Mancuso" i cui capi Diego, Giuseppe, Francesco e Pantaleone Mancusosi sono resi responsabili agli inizi del 2000 di una contrapposizione violenta con la cosca madre rappresentata dagli zii" Antonio, Pantaleone (cl. '47), Luigi e Cosmo Mancuso.
Di Grillo sarebbe stato spalleggiato in Lombardia da Vincenzo Evolo, 51 anni, di Paravati di Mileto, in provincia di Vibo, anche lui arrestato stamane e già operante nel Vibonese nel settore delle estorsioni insieme ai fratelli Fortunato e Domenico, entrambi uccisi nella faida con la contrapposta "famiglia" dei Galati della frazione Comparni di Mileto. (AGI)