Guccione: precari della sanità calabrese verso la stabilizzazione

Calabria Salute

Per gli oltre millecinquecento lavoratori precari della sanità calabrese (comprese le aree dirigenziali, medico-veterinaria, sanitaria, professionale, tecnico e amministrativa) che operano da oltre quindici anni in condizioni di precarietà, garantendo i livelli essenziali di assistenza sia nelle aziende ospedaliere che nelle Asp e nei territori, si apre finalmente una prospettiva concreta di stabilizzazione”.

È quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione.

“Il Governo-Letta, infatti -si legge nella nota- ha previsto l’adozione di un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per disciplinare le procedure concorsuali di stabilizzazione, riferite a tutte le professionalità del Servizio Sanitario Nazionale e, nelle more dell’emanazione del Brevetto DPCM, ha disposto la proroga di tutti i contratti di lavoro a tempo determinato fino al 31 dicembre del 2016. La notizia è stato comunicata alle Regioni dal Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, Paolo Fadda, tramite lettera inviata il 10 dicembre scorso”.

“Con tale provvedimento -prosegue Guccione- si mette finalmente la parola fine in Calabria ad un tentativo maldestro di strumentalizzazione dei lavoratori precari che, dopo tanti anni di sacrifici ed attese, hanno il sacrosanto diritto di vedere riconosciuto il principio costituzionale di un lavoro stabile e libero da ricatti e soprusi. D’altra parte è fuor di dubbio che, senza questi lavoratori, nella nostra regione si sarebbero dovuti chiudere gli ospedali e non si sarebbero potuti garantire servizi fondamentali per soggetti affetti da disabilità e malattie croniche.

A tal proposito, è veramente paradossale che la Regione Calabria e il suo Presidente, Giuseppe Scopelliti, nella sua qualità di Commissario regionale per il Piano di Rientro dal debito sanitario, fino ad oggi non sia stato in grado di attuare lo sblocco del 15% del turn-over previsto dalla Legge Balduzzi che, per la Calabria, avrebbe significato l’assunzione di almeno quattrocento medici. Il blocco delle assunzioni in Calabria, come è noto a tutti, è derivato dalle sanzioni che il Tavolo Massicci ha somministrato alla nostra regione proprio per l’incapacità di Scopelliti di attuare il Piano di Rientro.”

“Il Governo Nazionale –conclude Guccione- prenda atto che le inadempienze e le incapacità mostrate da Scopelliti nel gestire il Piano di Rientro hanno portato la Calabria ed i calabresi a pagare le tasse più alte d’Italia e a fruire di pessimi servizi sanitari, che non riescono a garantire nemmeno i livelli essenziali di assistenza, e nomini subito un nuovo Commissario credibile, autorevole e competente, che imprima una svolta positiva e virtuosa alla gestione del Piano di Rientro dal debito sanitario regionale”.