Il Sul di Reggio Calabria discute sulla vertenza Peo

Reggio Calabria Attualità

I componenti delle R.S.U. del Comune di Reggio Calabria e la segreteria provinciale del S.U.L. hanno discusso del verbale redatto il 12 dicembre sui temi della Peo.

La riunione, alla quale il S.U.L. ha scelto di non partecipare, ha prodotto un testo che è largamente insufficiente, in alcune parti totalmente errato ed abbisogna di molti chiarimenti e specificazioni e di sgombrare il terreno da molti margini di ambiguità perché sia possibile portarlo al giudizio dei lavoratori, mediante il referendum.

"Pur se il nostro giudizio rimane fortemente critico - si legge in una nota - va sottolineato che quel testo contiene una dichiarazione importante della parte pubblica, ossia che si possono evitare le trattenute ai lavoratori, esattamente come abbiamo sempre sostenuto, sentendoci rispondere che eravamo fuori strada. Prendiamo, quindi, atto che il salario dei dipendenti non si tocca. Ma bisogna specificare e correggere gli errori evidenti che sono contenuti in quel verbale che mischia e confonde (casualmente?) la rimodulazione dei criteri di assegnazione della Peo in diverse annualità con il “sovradimensionamento delle risorse” assegnate alla Peo per gli anni 2005 e 2008.

Si tratta di due questioni radicalmente diverse e non assimilabili. Vogliamo essere chiari, come per nostra abitudine: il personale che non aveva diritto ad acquisire la PEO è solo ed esclusivamente quello che non possedeva, in un determinato frangente, i requisiti oggettivi di partecipazione che sono stati stabiliti da leggi e contratti nazionali, da una serie di contratti aziendali nel Comune di Reggio e santificati dall'approvazione dell'ARAN. Chi pensa di mettere mano a giudizi e graduatorie che sono state definite in passato sappia che apre una sorta di vaso di Pandora. È impossibile ed irragionevole, a distanza di molti anni, mettere in discussione criteri e giudizi con i quali si sono costruite le griglie che hanno individuato i dipendenti idonei alla erogazione della PEO. Significherebbe aprire un immenso contenzioso che riguarderebbe chi viene penalizzato oggi al pari di coloro che sono stati penalizzati in passato.

L’unica strada praticabile consisterebbe nell’individuare quei dipendenti che non avevano la sufficiente anzianità di servizio, o chi ha avuto provvedimenti disciplinari gravi, o chi ha avuto assenze superiori ai 6 mesi e via dicendo. Esattamente per come previsto da più contratti aziendali. Ovviamente vogliamo che sia reso pubblico il nome dei dirigenti che non sarebbero stati in grado o avrebbero volutamente e colpevolmente omesso di verificare semplicissimi requisiti oggettivi. Ed altresì vorremmo sapere cosa si intende fare per recuperare il frutto di loro marchiani ed ingiustificabili errori. E, se ancora sono in servizio, quali provvedimenti si intende assumere.

Quanto poi alle presunte eccedenze nella determinazione del fondo per la PEO, se vi sono state, invitiamo la Commissione Straordinaria ad interessare la Corte dei Conti perché sia possibile avviare le procedure per individuare e sanzionare i responsabili e recuperare il danno erariale arrecato. Ciò va fatto a prescindere da chi potrebbe essere responsabile: amministratori, dirigenti, revisori dei conti o qualunque altro soggetto. Tutto gli atti devono rispondere a concetti e prassi di legalità e trasparenza e da questi atti si possono recuperare somme importanti.

Infine il S.U.L. chiede formalmente il ritiro del regolamento per le Alte Professionalità e le Posizioni Organizzative per evidenti cause di illegittimità in vari articoli del regolamento medesimo. Oltretutto è assolutamente inopportuno, in questo momento, che si distribuiscano consistenti fondi contrattuali senza che vi sia una selezione vera ed una individuazione delle necessità e degli obiettivi strategici dell'Amministrazione. Quei fondi che per alcune categorie sono assegnati senza selezione ed immotivatamente dovrebbero essere messi a disposizione per coprire le eventuali sofferenze economiche di origine contrattuale. Questa è, per noi, la strada da seguire per attuare una parte della relazione degli ispettori del MEF rispettando i criteri di responsabilità e di equità e senza scaricare sui dipendenti colpe che, benché presunte, non appartengono loro. Rimane ferma la richiesta di ritirare la partecipazione dell'Amministrazione Comunale dal giudizio pendente presso il tribunale reggino.

Con queste doverose premesse il S.U.L. è pronto a fare la propria parte e dare il proprio contributo per migliorare e specificare quanto riportato nel verbale. Intendiamo collaborare affinché i dipendenti comunali escano da una situazione che induce preoccupazione ed angoscia e che rischia di colpirli pesantissimamente.

È scontato che, come S.U.L., non siamo disponibili ad accordi che non passino per il giudizio conclusivo e determinante dei lavoratori, che si devono esprimere con un referendum.

Invitiamo tutte le parti - conclude la nota - quelle amministrative, quelle sindacali e quelle politiche a mettere da canto interessi di bottega per chiudere una pessima pagina della storia amministrativa reggina. Per quanto ci riguarda l'individuazione delle responsabilità è cruciale e decisiva".