Operazione “Zefiro”, al via il processo

Catanzaro Attualità

Dopo tre anni di distanza dalla data del rinvio a giudizio - che risale al 25 maggio 2007 -, è partito oggi il processo a carico di sei imputati coinvolti nell'operazione antidroga dei carabinieri di Sperato e Catanzaro, nome in codice "Zefiro". Sul banco degli imputati: Pietro e Salvatore Folino, Rodolfo del Sorbo, Francesco Procopio, Antonietta Scozzafava, e Vitaliano Sinopoli, chiamati rispondere dell'accusa di aver partecipato a un'associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di droga, e per questo finiti in manette, a giugno 2006, quando scattò il blitz dei carabinieri. L'inchiesta "Zefiro" fu coordinata dal pm antimafia Gerardo Dominijanni, il quale fece le sue contestazioni sulla scorta di due anni di indagini dei carabinieri, che rappresentarono una "costola" della più ampia inchiesta sfociata nell'operazione "Mythos" diretta contro il clan Gallace-Novella di Guardavalle. Ed infatti proprio uno dei presunti affiliati alla cosca, che al tempo delle investigazioni si trovava ai domiciliari per via del precedente blitz, e' stato identificato dagli investigatori come l'organizzatore e il promotore della presunta associazione dedita al traffico di droga. Si tratta del 35enne Piero Folino che, da quella casa di San Sostene in cui si trovava ristretto, avrebbe creato e diretto una rete di corrieri e spacciatori che nel Soveratese, e soprattutto nel periodo estivo, avrebbero smerciato l'hashish, l'eroina e la cocaina reperite nel Reggino grazie ai giusti "agganci". Secondo l'accusa, i corrieri della banda erano Salvatore Folino, di 32 anni, di Catanzaro, studente; Del Sorbo (49), di Montepaone Lido, parrucchiere e la Scozzafava (23), di Catanzaro, studentessa. Francesco Procopio (33), di Davoli, carrozziere; Sinopoli (39), di Catanzaro sarebbero stati tra gli spacciatori. Altre due persone, Francesco Manno e Pierangelo Corapi, sono state condannate con abbreviato, e la Corte d'appello ha ribadito la loro colpevolezza con pene di 9 anni e 4 mesi di reclusione per il primo, e 2 anni e 8 mesi e 12.000 euro di multa per il secondo.