Inchiesta “Araba fenice”, il processo slitta a maggio
Potrebbe essere necessaria l'astensione da parte di uno dei giudici del tribunale collegiale di Catanzaro dalla trattazione del processo che avrebbe dovuto iniziare oggi a carico di sette imputati coinvolti nell'inchiesta antidroga della Procura di Catanzaro battezzata "Araba fenice", su un presunto sodalizio dedito al traffico di stupefacenti tra Isca sullo Jonio (nel catanzarese) e i paesi limitrofi.
Proprio per avere il tempo di valutare se sussistano effettivamente le condizioni perché il magistrato venga sostituito, la trattazione del processo è slittata al prossimo 21 marzo. Saranno allora trascorsi due anni e mezzo dalla data del rinvio a giudizio degli imputati che risale al 29 settembre del 2011, quando il giudice dell'udienza preliminare sentenziò anche 14 proscioglimenti e un'assoluzione.
Secondo quanto contestato dalla Procura, la presunta associazione a delinquere avrebbe operato nel commercio di eroina, cocaina e hashish "con base logistica per il deposito, la custodia, trattamento, manipolazione ed occultamento delle sostanze stupefacenti in Isca sullo Jonio presso una struttura rurale ("orto") nella disponibilità del promotore, eletta base operativa per le riunioni dei sodali allo scopo di ideare, valutare, definire ed attuare le strategie e le finalità dell'organizzazione dedita al narcotraffico".
L'approvvigionamento della droga sarebbe avvenuto "in aree territorialmente contigue ma anche dell'Italia settentrionale (Alessandria)" mentre la distribuzione della droga sarebbe avvenuta "in paesi vicini e nella città di Catanzaro attraverso l'opera di fornitori-luogotenenti del promotore/organizzatore e acquirenti-vettori-spacciatori, comunque guidati dall'organizzatore, di numerosi quantitativi di sostanze stupefacente di volta in volta commercializzati attraverso l'uso di apparati telefonici cellulari e chiamati in gergo magliette, maglioni ecc. in contesti dialogici scoperti dalle intercettazioni telefoniche o ambientali". (AGI)