Libia: operai liberati, “21 giorni rinchiusi in una stanza”
Hanno trascorso i ventuno giorni di prigionia chiusi in una stanza, senza sapere nulla. Sono stati i due operai italiani, rapiti in Libia e liberati ieri, a raccontare i particolari della loro disavventura. A casa, accolti dai rispettivi paesi in festa e dalle famiglie che hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, Francesco Scalise e Luciano Gallo hanno affermato: "Siamo stati trattati bene. Siamo stati chiusi in una stanza, senza sapere cosa stesse accadendo fuori".
A Pianopoli e Feroleto Antico, i due centri della provincia di Catanzaro, paesi di origine dei due operai, c'è soddisfazione, espressa subito dopo la liberazione anche dai rispettivi sindaci. Scalise, però, è preoccupato per il futuro: "Adesso speriamo che qualcuno mi aiuti - ha detto ai giornalisti - sono rimasto senza lavoro e senza soldi. Mi hanno rovinato. Spero che l'Italia mi aiuti". (AGI)