Mancati contratti integrativi, la Cisal chiede alla Provincia di ricorrere ad una consulenza Aran
Fallita la ennesima e snervante riunione a Palazzo ex Enel sulla discussione legata all’approvazione dei contratti integrativi per gli anni 2011, 2012 e 2013, conclusasi ancora una volta con il nulla di fatto, la Cisal esprime la più severa condanna sul mancato risultato e avanza grave preoccupazione e forte perplessità sulla difesa e tutela dei legittimi interessi dei lavoratori dipendenti.
La mancata risposta alle attese del personale tutto non fa che accrescere il senso di disorientamento che da anni si è diffuso all’interno per via di una gestione commissariale che continua a non recepire adeguatamente le aspettative di chi opera con impegno e sacrificio all’interno di un Ente fortemente ammalato e che dimostra di non avere futuro.
La mancata individuazione di un percorso utile per affrontare e superare tutti i disagi e le difficoltà legate alla mancata approvazione dei contratti integrativi arretrati mette in risalto la scarsa fantasia e capacità di chi è preposto a garantire il normale proseguimento di un’attività che nonostante le debolezze evidenziate ha sempre come obiettivo essenziale la cultura del servizio a favore del cittadino.
Convinta che una linea ideale produttiva non possa non nascere se non da un confronto di idee e progetti e non soltanto provenienti da una sola direzione esecutiva, la Cisal insiste sulla necessità di trovare una soluzione che, a suo avviso, potrebbe anche passare attraverso il coinvolgimento di Aran, Corte dei Conti e Ragioneria dello Stato, capaci di rappresentare una sorta di consulenza strategica ed utile per poter risolvere con concretezza il problema.
E’ una idea come un’altra per chiarire che laddove non riesce nell’intento l’Ente diventa possibile superare l’impasse chiedendo aiuto a chi offre la propria competenza.
“La Cisal – hanno spiegato, tra l’altro, il segretario provinciale aggiunto Filippo Curtosi e Fausto Costa intervenuti al recente incontro di Palazzo ex Enel – chiede di sapere in via preliminare perché il fondo integrativo per il salario e gli accessori è stato costituito, assurdamente, in misura inadeguata rispetto alle reali esigenze e soprattutto ha bisogno di capire a quale santo votarsi per offrire un minimo di aspettativa a chi ne ha il diritto e soffre la propria condizione economica soprattutto per via di una gestione più che fallimentare e che non ha prodotto gli effetti sperati “.
Giudicando sempre più negativo il complessivo sistema organizzativo che guida l’odierna attività dell’Ente, il Sindacato sottolinea, tra l’altro, la scarsa considerazione in cui viene tenuto il delicato settore delle risorse umane assurdamente impedito ad operare attraverso una attività finalizzata e pronta a permettere, tra l’altro, il recupero dei crediti e di quanto possa tornare utile ad impinguare le verdi casse degli uffici preposti.
Tornando alla discussione relativa al cammino verso l’approvazione del provvedimento in questione, la Cisal resta convinta che un più concreto coinvolgimento del governo centrale possa, alla fine, tornare utile per fornire una schiarita sul nebuloso orizzonte del credito dovuto.
Così come occorre insistere sul più pieno coinvolgimento delle forze politiche che in qualche modo possono sensibilizzare nella maniera dovuta l’apparato dello Stato, non senza non aver tenuto presente che anche il problema stipendi arretrati sembra destinato ad acuirsi.
Quella in atto è una lotta tra parenti poveri. La Provincia da un lato ed il Sindacato dall’altra non possono non trovare, alla distanza, un minimo comune denominatore anche se l’Ente è alla deriva proprio perché mal gestito da una commissione straordinaria cui manca il coraggio di affidarsi alle dimissioni.
Un obiettivo ben gradito non soltanto al personale dipendente ma soprattutto alla popolazione tradita spesso nella mancata effettuazione dei competenti servizi dovuti.